più bellezza

di | 28 Aprile 2021
la prima rosa delle nostre aiuole

ieri mattina vedo la prima rosa fiorita della nostra aiuola. Fa freddo, speriamo che non geli di notte. Sono state piantate con cura. Anche il gatto faraone fa un giro intorno alla rosa e poi se ne va. Di solito si mette a ravanare tutto intorno la terra, invece questa volta guarda la rosa e se ne va con dovuto rispetto. Quella rosa mi ricorda una storia di dolore, perché chi l’ha piantata cerca un suo riscatto, dopo un tempo di dolore. C’è più bellezza che trascuratezza in quella piccola rosa. C’è più fragilità che forza in quella piccola rosa. Eppure si impegna a stare in piedi, a non soccombere, come chi si ne è preso cura. È un equilibrio instabile questa lotta a stare in piedi. Ma qualcuno ci sta provando. Nelle storie che incontro vi è come uno sforzo incredibile a tenere insieme dolore e speranza, caduta e rinascita, resa e resistenza. E questo è la bellezza della vita. Non è bella la forza, la forza mi fa paura, perché è violenta. Non è bella la disperazione, mi fa paura la disperazione a volte rischio di caderci anche io. Non è bello quel non sentirsi riconosciuti, mi fa paura la non riconoscenza perchè mi fa sentire solo. Quella rosa gialla è una storia di bellezza, perché è segno di un sacrificio, di un dolore, di una redenzione. Oggi più che mai diventa urgente, imperativo categorico, ascoltare quella rosa e in essa quel dolore, quella ferita e quella storia che prova a rinascere. Spero che il gelo che tante volte gira attorno a quella rosa, a quella vita, non avrà mai il sopravvento sulla rosa gialla. Diventa allora imperativo categorico non il no della legge, ma le parole vere della consolazione, parole che sono olio di consolazione e vino di speranza. Me ne vado da Rosciano che ormai è sera, è buio. Riguardo la rosa gialla. Mi prende la tentazione di metterla sotto un vaso di vetro, come ha fatto il piccolo principe con la sua rosa. Non lo faccio, perché vuol dire soffocarla. E sono certo non sarà sola ad affrontare la notte. Come non saranno soli tutto coloro che sono poveri e malati; ci sarà un ricordo nella preghiera notturna. Dedico questa rosa gialla a chi da domani proverà l’avventura della comunità terapeutica, a chi ha piantato quella rosa perché è il segno del suo riscatto. Dedico questa rosa gialla a tutti coloro che ogni giorno si prendono cura di coloro che cercano un riscatto nella vita: un amico, un genitore, un volontario, un educatore, un prete, un insegnante. Cara rosa gialla, non tradirmi e resisti fino all’alba di una giornata di sole, fino al compimento del tuo riscatto.

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