pietas

di | 20 Marzo 2023

Prendo tra le mani la famosa, stracommentata parabola del buon samaritano e voglio leggerla sempre secondo questa chiave economica. Ma la testa è come occupata e arrabbiata da altro. Metto solo una delle affermazioni: un nostro politico dice: in Italia l’utero in affitto è un delitto, va perseguito come la pedofilia. Al di là della posizione, del pensiero, dei valori a cui fa riferimento mi sembra che in tutto questo caos di affermazioni di questi giorni sul tema delle registrazioni dei bambini nati da famiglie omogenitoriali si è varcato la soglia non del dialogo, ma della mancanza di rispetto per tutti coloro che non la pensano in un certo modo. Se l’economia sono le regole che governano la casa a me hanno insegnato che una delle regole è il rispetto dell’altro, anche nell’uso delle parole. L’altra regola è quella della pietas cristiana che il buon samaritano, colui che era straniero, colui che non conosceva l’unica vera legge di Mosè, ma che conosceva quella regola che dice che bisogna fermarsi per soccorrere l’altro, ha prontamente messo in atto di fronte al poveraccio assalito dai briganti. Conosco già tutte le obiezioni di fronte a quanto sta succedendo in questi giorni contro le famiglie arcobaleno ma non mi interessano molto, chiedo solo rispetto per loro, chiedo un atto di ascolto vero, una capacità di vivere la vera pietas cristiana, che non è la compassione verso l’altro, ma quel senso di giustizia che mi permette di mettere al centro non un’ideologia, ma la persona umana. E non ditemi la solita frase: e loro che cosa stanno facendo di diverso, non mancano di rispetto anche loro? Non mi interessa che cosa stanno facendo gli altri, mi interessa che cosa facciamo noi credenti che spacciamo il valore della carità come valore più alto e nobile. Allora: o non diciamo più niente della pietas cristiana o se lo diciamo rispettiamo l’altro. E tu chiesa, a cui voglio bene, non potresti dire qualcosa non tanto sul tema in sé sul quale possiamo discutere, ma sul tema del rispetto, della violenza delle parole e della pietas cristiana e non invece continuare a fare equilibrismi di parole che non servono a niente? 

Un pensiero su “pietas

  1. Elena

    Grazie…. È necessario chiederci che cristiani siamo, se lo siamo davvero, o se ci riempiamo la bocca, il cervello ed il cuore , la pancia di parole, critiche e giudizi violenti e tutt’altro che cristiani, da buoni sepolcri imbiancati, per rubare l’espressione a Gesù che la sapeva ( e la sa ancora) lunga sulle nostre ipocrisie…
    Perché Lui, per fortuna, sa leggere ogni cuore ed ogni storia! E a differenza nostra, benché uomo, nonché Dio, ha saputo e sa amare indipendentemente da tutto e da tutti e ci ha lasciato tutto ciò che era necessario sapere sulla pietas….

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