padre

di | 11 Settembre 2021

Namas è stato figlio e padre. Quando ha vissuto la condizione di figlio ha cercato la sua strada, e suo padre di cui non so il nome lo ha lasciato cercare e poi andare, anche se non sempre ne condivideva la sorte. Namas non è mai stato padre di figli suoi, naturali. È stato padre di una moltitudine di gente che andavano da lui per un consiglio. Più egli si ritirava, anche per la sua età e la sua malattia più in tanti lo cercavano per una parola di consolazione. E le sue erano proprio una sola parola, poche parole, ma bastavano per consolare, per indicare, per incoraggiare. Namas non aveva grandi consigli da dare, non consegnava filosofie e ideologie, consegnava la sua vita e questo bastava. Non chiedeva rivoluzioni, chiedeva di vivere da uomini che hanno la rivoluzione pacifica nel cuore, perché Namas era sempre un padre pacifico, anche se a volte duro, nella sua mitezza. Si ritirò in un luogo, aveva un orto da coltivare, ma non si è mai ritirato in solitudine. Usciva poche volte dalla sua casa, ma la sua dimora era sempre piena di giovani, di famiglie, di amici e parenti. In genere non li cercava, arrivavano da lui. E lui da padre lasciava entrare nella casa e lasciava entrare nel cuore. Era padre in questo modo. Accompagnava, accoglieva, coltivava un orto e poi lasciava andare. Questo lasciare andare era un po’ faticoso, ma lasciava andare, perché sapeva due cose: che la casa e il cuore non  erano mai vuote e sapeva che ne sarebbero arrivati altri di figli. La sua paternità era così. questa storia non la raccontava mai a nessuno e sorrideva quando sentiva parlare come di una grande scoperta e intuizione e novità, della paternità spirituale. Lui era padre punto e basta. Non riusciva ad aggiungere altre parole o aggettivi del tipo spirituale. Il quotidiano era il luogo della sua paternità. E anche quando era lontano per i suoi viaggi portava nel cuore quei suoi figli. Se sorrideva di fronte a chi disquisiva di paternità spirituale o roba simile, era triste in volto quando i suoi figli si perdevano, ma li attendeva sulla soglia di casa al loro ritorno e li salutava con un inchino: saluto il divino che è in te, vivi in pace. Lui non lo diceva ma era contento di quei ritorni a casa.

Un pensiero su “padre

  1. sr Alida

    Lasciar andare come partire spezza sempre un pochino il cuore, pero’bello riconoscere il divino che è in ciascuno, in noi.

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