pace

di | 17 Giugno 2020

Esistono diverse forme di pace. La più comune è quella tra stati che sono in guerra. Si stabilisce una tregua di pace. Se si riesce si arriva anche ad un accordo di pace. Sappiamo che nella maggior parte dei casi questi tipi di accordi sono fragili, sono come attaccati ad un filo. Ma soprattutto sono frutto non di un accordo alla pari, ma di un accordo dove il più forte in genere detta le condizioni. Io dico che è come una pace forzata. Esiste poi quella pace tra parenti, coniugi, amici, tra gruppi. Qui in genere si tratta di una pace che è come un buon tacere. Meglio non dire che dire. Meglio un rispetto della forma che il continuo litigio. Anche in questo caso non è una vera è propria pace. E poi esiste quella pace che la sacra scrittura chiama Shalom. Si tratta di un qualcosa di diverso, di unico. Shalom è un saluto che dice pace, che augura benessere, che è segno di prosperità. Augurare pace dicendo Shalom è come augurare la pienezza della vita. Quando penso alla vita interiore non posso fare a meno di pensare a questo shalom, pace, pienezza di vita. Il raggiungimento di tale stato di pacificazione è uno delle vette del cammino interiore. Nel mio cuore quando sento lo shalom vi è serenità, vi è beatitudine, vi è un qualcosa di più che una semplice tregua; sento in me di star bene e di essere in armonia con il mondo e con tutto il creato. Pace è un cuore che paga, cioè un cuore riconoscente, pace è un cuore completo, unificato, un cuore integro. pace è fare un accordo con se stessi per essere in pace con la propria vita. I padri del deserto dicono che il mondo poggia su tre elementi, sulla verità, la giustizia e la pace. Queste “tre cose” sono in realtà una sola: “se la giustizia viene attuata, la verità viene difesa e regna la Pace”. Il problema allora è fa regnare la pace nel nostro cuore perché sono vero e perché pratico la giustizia del vangelo. Mi sembra che il mio cuore a volte percepisce questa pace, a volte la sente nel suo più profondo intimo, altre volte la sente proprio lontana. Ma il vertice supremo della pace è il perdono. un perdono per il proprio cuore, un perdono regalato agli altri. Non può esservi pace finché il risentimento rode l’anima; è vitale imparare a perdonare, per amore di Dio, del prossimo, di noi stessi

Un pensiero su “pace

  1. Elena

    Pace, Shalom, don Sandro, Shalom, mondo interiore di ciascuno, perché in ogni cuore regni quella pace che sa essere armonia ed equilibrio tra il dentro e il fuori, tra ciò che siamo e ciò che facciamo, tra ciò che perdoniamo a noi stessi e agli altri.
    Pace che non è perfezione, ma è accoglienza della vita e abbandono al Signore. Shalom a ciascuno…

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