pace

di | 6 Aprile 2021

Ho già parlato della pace in altre occasioni. Ma è di un altro tipo di pace di cui voglio parlare. Ieri mi ero messo in testa di andare a fare un giro nell’orto, ma le cose sono andate diversamente e me ne sono stato in casa a fare altre cose. Di conseguenza ho avuto modo di riflettere su una questione. La domanda più o meno era questa: ma con quello che faccio e come vivo, mi sento prete? questa domanda tante volte sono gli altri che me la pongono. Cerco altro? Ho bisogno di esperienze diverse, riposanti, gratificanti e roba del genere? Ho bisogno di fare un’esperienza pastorale di altro tipo rispetto a quello che sto facendo? non ti senti un poco ai margini della vita presbiterale? Ripeto, sono più domande che mi fanno gli altri. Esco un attimo di casa, sento l’eco di qualcuno che sta camminando verso la Maresana, ma non mi tocca più di tanto. Qui è tutto tranquillo, passa qualcuno ma non fa grande rumore. E’ tutto silenzioso e in pace. Tutto qui sembra pacificato. Sulla scrivania ci sono tante cose da fare e da sistemare. Non mi mancano i problemi. Ce ne sono anche tanti! Ma io mi sento bene, in pace, mi sta bene stare tranquillo a Rosciano, mi sta bene fare il prete così. Non mi sembra di mancare alla mia esperienza pastorale vissuta in un ambito particolare che è quello della carità. Non ho bisogno di cercare altro, quello che cercavo l’ho trovato. Sono veramente in pace, anche se ogni tanto sembro in aria. Sono in pace e in silenzio come lo è lo spazio attorno a me. Silenzioso e in pace. E allora non devo cercare altro. Mi piace la mia vita sacerdotale e non mi sembra di essere uno che la vive male. Sono pacificato dentro e fuori anche se corro un po’. Ma chi di noi non corre? E allora la domanda è un’altra che faccio a tutti voi? Perché pensate che non sia in pace, perché pensate che ho bisogno di una vita parrocchiale normale…. Chissà perché in tanti non riescono a vedere la mia serenità e chissà perché qualcuno si ostina a pensare che ho bisogno di una vita sacerdotale diversa, cioè più parrocchiale, da quella che sto vivendo? Sono contento, lavoro, prego anche un po’, costruisco relazioni in genere buone, a volte faticose, so di essere amato da Dio Padre. Ho un impegno in parrocchia, un gruppo di suore che mi vogliono bene e a cui voglio bene. Ne sono certo non ho bisogno di altro, sono pace e ritengo che il buon Dio sorrida di me, di un sorriso benevolo. Sono in pace… non so se è capito!!!

2 pensieri su “pace

  1. Giusi

    Ci vediamo poco ultimamente, ma le tue riflessioni quotidiane mi fanno sentire parte di un gruppo e di questo ti sono grata. Chissà se un giorno potremmo incontrarci tutti insieme. Ti ho conosciuto in una casa speciale, dove nonostante tutto si respirava pace e serenità, quella di Don Roberto. Tu vivendolo ogni giorno hai raccolto tutto ciò e lo stai donando alle persone che incontri, a noi, ai tuoi ragazzi spesso problematici, ai ragazzi delle scuole e anche agli adulti che a volte non ti capiscono. I pensieri e le preoccupazioni ci sono in ognuno di noi, ma penso che lui ti abbia trasmesso tanta umanità anche con i suoi silenzi e la tua vita sacerdotale lo dimostra,non bisogna per forza avere una parrocchia, si può essere SACERDOTE anche senza tonaca, dedicare la propria vita soprattutto ai più fragili a quelli con più difficoltà senza mai smattere di pregare e dimostrare con i fatti la parola di Dio. Impiegare il tuo tempo le tue energie per raggiungere piccoli obiettivi con i tuoi ragazzi e trovare una parola di conforto per le persone che vivono momenti difficili credo sia per te una grande conquista di serenità e pace.
    Prego per te affinché tu possa continuare il tuo percorso di vita
    correndo di qua e di là come sei solito fare ma con la serenità negli occhi e nel cuore che vedo e percepisco quando ti incontro.
    Buona giornata

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  2. Marinella

    Caro don Alessandro quando c,è PACE luce e gioia ..c,è LUI. DIO non è solo in parrocchia…tutti siamo chiesa con lo sguardo agli ultimi …..tutto il creato è sostanziato da LUI ……..come non essere piu che mai sacerdote che tutto consacra e che con la VITA ci informa di DIO
    Un abbraccio fraterno Marinella..

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