oltre l’orizzonte

di | 24 Giugno 2021

I ragazzi del cre vengono, guardano, giocano. Dicono che è tutto bello. E fin qui tutto bene. Anche noi siamo contenti. Anche i nostri ragazzi lavorano, si danno da fare e poi se ne tornano a casa. Per tutti una cosa mi colpisce: la grande fatica ad avere visioni, sogni, prospettive per il futuro. Chiedo a tutti di guardare l’orizzonte meraviglioso che qui a Rosciano si vede e che si estende fino alle alpi (nei giorni tersi) e provo  a chiedere che cosa esiste oltre l’ orizzonte. Non ne viene fuori un granchè. Forse non ho presentato bene il gioco, forse era troppo un gioco. Di fatto oltre l’orizzonte non c’è molto. Sotto l’orizzonte vedo gente che si affanna, che ha ripreso a correre. Sotto l’orizzonte vedo l’io che riprende fiato; ora che i titoli delle prime pagine dei giornali dopo un anno e più incominciano a parlare di meno di covid, sotto l’orizzonte rimangono i soliti problemi forse anche accentuati, amplificati. E i nostri ragazzi vivono di queste cose e quindi loro in qualche modo vivono sotto la linea dell’orizzonte, non hanno immediatamente un oltre l’orizzonte. L’uomo rischia di tornare a vivere delle sue solitudini e di conseguenza della sua incapacità di vedere un oltre, che tra l’altro non raggiungerà mai. Non voglio essere giudicante, ma forse oggi non solo non si raggiunge un oltre, ma ci si è come rassegnati al tempo presente, non c’è oltre, c’è vita presente. Faccio un esempio: una ricchezza non condivisa, cioè che non ha uno sguardo oltre, alla fine non genera vita, ma solo malessere di ogni tipo. L’orizzonte oltre in questo caso è la ricchezza condivisa che genera vita. Sembra quasi che la vita non funziona se non ha un orizzonte, sicuramente non funziona bene.   E allora in questo tempo di ricominciamento è importante cercare di aiutarci tutti insieme a ritrovare l’orizzonte che sta oltre, quell’orizzonte che ci permette di sognare. La Bibbia ci invita a sognare una terra nuova, un diritto e una giustizia che non ci sono ancora. Ci dice che il povero resterà ‘oppresso’ e le vittime si moltiplicheranno finché non impareremo a tradurre il principio di fraternità nella logica di imprese e istituzioni. Questa prospettiva mi sembra interessante. Forse dovremo incominciare a guardare questo orizzonte di fraternità.  

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