oltre il prendere

di | 21 Giugno 2021

Oltre il prendere c’è il dono. So che con il dono in teoria non si va da nessuna parte. So che serve prendere qualcosa per andare avanti. So bene che il nostro impegno nell’orto non produrrà quasi niente  in termini di profitto che farà crescere questa economia e questo paese. Adesso con il Pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza) arriveranno tanti soldi, forse troppi o forse troppo pochi. Leggo da un resoconto della caritas nazionale a riguardo proprio del pnrr:  sui Diritti sociali Manca un disegno di fondo nell’accesso ai diritti sociali di base dei più fragili: diritto allo studio e alla casa. Sulla Transizione verde In un quadro molto timido di contrasto al cambiamento climatico, alcune misure sono squilibrate, altre sbagliate. Sul Commercio e armi “Il modello economico non prevede istruttorie di sostenibilità… il Piano elenca l’industria bellica tra le filiere da sostenere”. Insomma alla fine dobbiamo seguire l’onda del capitale, del profitto, anche con la produzione e vendita delle armi. Lo che quello che scrivo non vale niente e non cambierà niente. Ma io vorrei introdurre nel pnrr la logica del  dono, la logica della giustizia sociale. Vorrei cambiare registro, logica, mentalità e prospettive. Ne parlo con un amico e mi dice che è tutto vero, ma alla fine si tratta di mediare diverse posizioni. Sono stanco di mediare su queste cose; che poi non mi sembrano mediazioni, luoghi e spazi di incontro, ma solo vaghi compromessi.. credo che la dimensione del dono è la forza che può cambiare il futuro. oltre il prendere c’è il dono. Ci servono i soldi, ma serve il dono del tempo. Mi dicono in tanti che amano le api, la terra, ma ne fanno sempre una questione di prendere, mai di dono di tempo in aggiunta. Poi ci sono anche le persone generose, che dedicano il tempo, oltre il loro tempo, ma queste non dicono che amano la terra, fanno tutto questo in silenzio. Io spero che possiamo tornare ad intrecciare in un unico legame dono e affare, lavoro e solidarietà, senza mai separare le due cose. dove alla fine per motivi pratici il lavoro come affare prevale sempre. Non ho detto che si deve lavorare così in qualche modo, ma che si deve lavorare bene mettendo insieme il tempo del dono e quello del lavoro. forse il lavoro è oltre quelle ore retribuite, il lavoro ben fatto richiede un tempo in eccedenza, un dono, che è come mettere a disposizione un tempo senza valore, che non è quantificabile. Posso dire così, oltre il prendere vi è la giustizia e il dono e mentre lavoro metto in atto la logica del dono.

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