oliveto

di | 30 Luglio 2020



Metto insieme diversi motivi per parlare di questa opera d’arte. Ieri erano 130 anni che è morto Vincent Van Gogh. Un artista eccezionale, unico, che rasenta la genialità e la follia insieme, che sa dipingere opere straordinarie, ma che cade in continue depressioni. E ho trovato una sua opera chiamata oliveto o olivi. L’altro motivo è che due carissimi amici che sono venuti a trovarmi per presentarmi la loro figlia nata da pochi mesi mi hanno regalo una pianta di olivo, da piantare a Rosciano. La mia carissima pianta di olivo che stava all’Agro è stata mestamente tagliata a pezzi. L’avevo piantata piccola insieme al Walter era attaccata, era cresciuta ed era proprio bella. Chissà perché questa mania di tagliare le piante. Ci sono rimasto male quel giorno che l’ho vista tagliata. I miei amici oggi portando questa pianta mi hanno fatto contento. Volevo ricordare van Gogh è ho trovato una sua opera intitolata oliveto. Dipinta nel giugno del 1889 dall’artista si dice che il motivo per il quale decide di dipingere questo soggetto è generato dal fastidio, e a tratti dalla rabbia, procurati da altre opere. Tra queste vi è il “Cristo nell’orto degli ulivi” di  Gauguin, così come i dipinti che hanno come soggetto scene tratte dai Vangeli. Van Gogh ritiene che queste opere siano troppo formali. Non gli piacciono e per questo motivo decide di realizzare alcuni dipinti dedicati all’oliveto di Getsemani, in cui Gesù Cristo passò alcune ore in tribolazione mentre i discepoli dormivano. Il lavoro lo aveva portato ad affrontare mille difficoltà. Il suo principale scopo era rappresentare la natura come la vedeva. Tuttavia, in fondo al suo lavoro, c’era sempre la certezza di non creare nulla di nuovo. Il suo operato era semplicemente quello di sbrogliare, di sciogliere, fra colori e forma, la natura. Natura che era già implicita con la sua forza trascinante, dentro al dipinto prima ancora che questo venisse ultimato. E qui mi fermo nella descrizione. Visto che si tratta dell’orto degli olivi, il Getsemani, dove Gesù ha pregato prima della passione e dove Gesù ha deciso la consegna della sua vita, mi pare che l’oliveto di Van Gogh è potente appunto per questo. Nelle migliaia di lettere che Vincent scrive a suo fratello Teo, anche per commentare le sue opere, dice appunto che tutto sta dentro la natura e tutto è da sbrogliare. Allora quell’orto degli ulivi è il cuore dell’uomo che contiene tutte le decisioni. Serve discernimento fino a sudare sangue per scegliere come ha fatto Gesù di consegnarsi alla croce. Allora quella piccola pianta di olivo che mi hanno regalato i miei amici e che ripianterò a Rosciano mi ricorderà non l’ulivo della pace, ma l’orto degli ulivi e mi ricorderà che io sono chiamato ogni giorno a sbrogliare la matassa che sta nel mio cuore per scegliere di consegnarmi alla vita e al dono. Grazie ai miei amici per il regalo e grazie a Van Gogh per il suo oliveto che mi ricorda il mio orto degli ulivi, orto della decisione

3 pensieri su “oliveto

  1. Elena

    È bello piantare un nuovo ulivo a Rosciano! Gli ulivi sono alberi delicati nel colore e nella produzione dei frutti, ma forti, resistenti, si adattano al terreno e al vento, sono alberi pieni di ricchezza! Che il tuo ulivo possa crescere, sano e forte, come la vita che rappresenta. Sappia adattarsi alla terra e ai venti, sappia donare frutto abbondante e riparo dal sole, sappia creare un legame col tempo e nel tempo…

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  2. Sr. Rita

    Mi piace pensare all’ulivo come all’albero della decisione. E’ vero:il discernimento fa sudare. Avviene in solitudine, nella preghiera, nella paura. Un poco come i tronchi e i rami torti di Van Ghog. Ulivo, simbolo di lotta, resistenza e pace. Come la vita.

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  3. Miriam

    L’ulivo come pianta ha una storia grande di significati in cui noi cristiani e abitanti del mediterraneo ci identifichiamo. Quest’estate viaggiando in Puglia abbiamo potuto vedere il disastro degli uliveti colpiti dalla xilella: mi ha colpito vedere come questo batterio riesca a far seccare la pianta che appare morta scheletrica … ma ancor più mi ha colpito notare che spesso dal tronco secco ripartano novelli ulivi, segno che la vita va avanti.

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