nelle tue mani

di | 8 Maggio 2022

Ritorno dalle api con Francesco e mi accorgo che le mani in questo lavoro hanno un valore enorme. Metto le mani nell’alveare, ho i guanti, ma per lavorare meglio ne uso un paio di lattice duro, non i soliti grossi guanti da apicoltore. Sento le api che mi girano tra le mani e mi fido. Non mi devono pungere mi dico. Sento anche le punture sulle mani a volte. Mi rendo conto che non mi si gonfiano più come una volta.  Estraggo i telai con le mani. Francesco mi dice di toglierli piano, ma le mie mani hanno fretta di portare il telaio agli occhi per vedere se va tutto bene. Ci vuole tanta calma. Rimetto il telaio nell’alveare e ricomincio con un altro e così fino alla fine, telaio dopo telaio, con le mani che hanno fretta di finire,che entrano nella casa delle api e loro a volte pungono a volte se ne stanno tranquille. Ricordo le mani di don Roberto, sempre appoggiate una sopra l’altra, ferme, al massimo riusciva a muovere lentamente il mouse del pc. Quelle mani avevano arrampicato, lavorato la terra, raccolto frutti, tenuto fra le dita sigarette e carte da gioco, oppure i tasselli dei puzzle che si facevano la sera in comunità. Ma soprattutto gli altri si mettevano nella sue mani, gli amici, il patronato, i parenti. Ci si fidava di lui ed era facile mettersi nelle sue mani. Poi ad un certo punto con la malattia lui ha dovuto mettersi nelle mani degli altri. Le mie erano mani maldestre e sbagliavo sempre, ma lui non smetteva di mettersi nelle mani di altri, anche le mie. Lui si fidava. Ritorno alle mie api. Nell’eseguire il lavoro oggi, ogni tanto, dovevo rimettermi nelle mani di Francesco. Di lui mi fido e lui mi spiega e mi aiuta. Mettermi nella mani di un altro. Ci vuole un gesto di enorme fiducia. Direi che le api sono ottime maestre per capire se vale la pena di fidarsi dell’uomo che entra con le mani nella loro casa. Basta solo una cosa: fare tutto con dolcezza e delicatezza, allora le api si mettono nelle tue mani e non pungono. seguendo le api, non è il caso di mettersi nelle mani di chi non usa dolcezza e delicatezza.

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