mitezza e salvezza

di | 30 Agosto 2021

Beati i miti non è uno slogan per il successo da influencer, da tanti like, ma forse è un programma di vita abbastanza serio da fare delle vita stessa una gioia infinita perché vissuta nella non violenza. è la via della salvezza. Sembra quasi che questa parola per essere accettata necessita di una grande trasformazione del cuore e della mente. Una conversione appunto. per vivere di mitezza io devo operare un grande cambio di mentalità. Leggevo di un convegno dove si dichiara che la gente sempre meno frequenterà le nostre chiese e le nostre comunità. Me ne accorgo anche io nel mio piccolo. Ci vuole grande mitezza per accogliere una simile parola, una simile realtà. non servono le reazioni di chi dice che va tutto male, di chi vuole operare chissà quale cambio epocale, di chi vuole tornare al tutto come prima. Io che vengo da una stagione di grandi gruppi, di tante attività di oratorio, dovrò fare un grande sforzo di umiltà e di mitezza per accettare questo mondo che cambia. Credo che la mitezza è da esercitare proprio in questi momenti: quando ci sono delusioni, quando ci sono conflitti, quando ci sono ingiustizie. È come se volessimo praticare di fronte a tutto questo una resistenza forte, ma umile, vera ma non gridata, sincera ma mai volgare. È chiaro che per fare questo ci vuole tanta conversione, tanta trasformazione interiore. Ma questo sarà l’inizio della nostra salvezza. vedo gli atleti delle paraolimpiadi. Mi affascianano di più che le star del calcio e roba simile. Quanta forza mista a mitezza vedo nei loro gesti. Quanta voglia di riscatto senza strafare. Come reagisco quando sono sotto pressione? Posso perdere la pazienza, non è quello che mi preoccupa. Mi preoccupa quando il mio perdere la pazienza è fuori misura, porta alla rottura piuttosto che alla pacificazione. Io non confesso che perdo la pazienza. Credo che sta nelle cose dell’umano. Io confesso la mia reazione scomposta di fronte al perdere la pazienza, e quel certo rancore o sguardo diffidente verso l’altro. Confesso quel pensiero che sale dentro di me e che mi porta subito a pensare: quello li mi sta per fregare. Il mite allora non è l’impaziente, ma colui che ha uno sguardo altro sul mondo e sulla vita, uno sguardo buono, commosso, fiducioso, di tenerezza. Il mite è colui che anche nelle avversità cerca la fraternità ad ogni costo. Senza dire a voi, ma prima di tutto a me stesso: quanta strada devo fare ancora, quanto allenamento, quanta conversione per arrivare qui e forse non ci arriverò mai. Insomma il mite non ripiega in silenzio di fronte alla vita e agli altri, ma apre una buona battaglia per vincere il male e far trionfare il bene. Bella cosa, ma assai impegnativa, ma questa è’ la mitezza che salva.

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