mercoledì 5 ottobre

di | 4 Ottobre 2016

home2 Siracide 24, 23-34

3Tutto questo è il libro dell’alleanza del Dio altissimo,
la legge che Mosè ci ha prescritto,
eredità per le assemblee di Giacobbe.
24Non cessate di rafforzarvi nel Signore, 
aderite a lui perché vi dia vigore.
Il Signore onnipotente è l’unico Dio
e non c’è altro salvatore al di fuori di lui.
25Essa trabocca di sapienza come il Pison
e come il Tigri nella stagione delle primizie,
26effonde intelligenza come l’Eufrate
e come il Giordano nei giorni della mietitura,
27come luce irradia la dottrina,
come il Ghicon nei giorni della vendemmia.
28Il primo uomo non ne ha esaurito la conoscenza
e così l’ultimo non l’ha mai pienamente indagata.
29Il suo pensiero infatti è più vasto del mare
e il suo consiglio è più profondo del grande abisso.

30Io, come un canale che esce da un fiume
e come un acquedotto che entra in un giardino,
31ho detto: «Innaffierò il mio giardino
e irrigherò la mia aiuola».
Ma ecco, il mio canale è diventato un fiume
e il mio fiume è diventato un mare.
32Farò ancora splendere la dottrina come l’aurora,
la farò brillare molto lontano.
33Riverserò ancora l’insegnamento come profezia,
lo lascerò alle generazioni future.
34Vedete che non ho faticato solo per me,
ma per tutti quelli che la cercano.

Commento

Il capitolo centrale del libro del siracide mette al centro della sua narrazione tre elementi concatenati, legati: la sapienza, la vicenda di Mosè descritta nel tema dell’alleanza e la creazione.  Gli ultimi versetti del capitolo sono come autobiografici: l’autore del testo si racconta in prima persona. Siracide non si chiude in un intimismo personale: io e la mia sapienza fine a se stessa. Non è un intellettuale che non sa guardare il mondo. Al contrario l’uomo del libro del Siracide ha uno sguardo così profondo, di lungo respiro, che riesce a risalire fino all’atto creativo. Penso a noi che tante volte abbiamo sguardi e visioni brevi, piccole. Uno sguardo e un pensiero che non va oltre gli interessi e le preoccupazioni quotidiane. Imparare ad avere uno sguardo così profondo ci aiuta a capire questo mondo e a saper vivere in maniera bella dentro questo mondo. E così anche la parte autobiografica, non è un autoelogio, ma un semplice riconoscere da dove viene la propria saggezza e, attraverso una serie si immagini, affermare che questa saggezza non è per sé, ma per gli altri. È dono. Il saggio non fatica solo per se, ma per tutti quelli che cercano la verità  e la saggezza.

Preghiamo

Preghiamo per Silvia

2 pensieri su “mercoledì 5 ottobre

  1. sr Rita

    “Innaffierò il mio giardino e irrigherò la mia aiuola.Ma ecco, il mio canale è diventato un fiume
    e il mio fiume è diventato un mare.” Aver cura del proprio giardino, della propria vita, sognare un futuro per la propria esistenza è già un costruire il nuovo per noi e per chi viene dopo di noi. Il bene si moltiplica. La gioia è diffusiva. I sogni sono contagiosi. Grazie a chi vive così e incoraggia anche le nostre ferialità a volte grigie e monotone. C’è possibilità di spiragli belli. Preghiamo per una adolescente che sta vivendo una situazione squallida e per la quale, purtroppo, non riusciamo a trovare risposte adeguate.

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  2. sr.Alida

    Rafforzarsi nel Signore ,aderire a Lui …quali atteggiamenti concreti ,per vivere sempre con lo sguardo rivolto al Signore…un cuore ad ampio respiro ..profondo per vivere in maniera bella dentro questo mondo..e non trafficare solo per se stessi ..Scoprire la Sapienza divina che trabocca,effonde,irradia e si riversa come un fiume ,si riversa coloro che la ricercano e non dimentica nessuno..ci doni il Signore la bellezza di questo dono che allarga gli orizzonti.Preghiamo per Silvia ,e per l’adolescente di sr.Rita.

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