mercoledì 4 ottobre

di | 3 Ottobre 2017

chagall giuseppe Gen 41,1-14                                          

1 Al termine di due anni, il faraone sognò di trovarsi presso il Nilo. 2 Ed ecco salirono dal Nilo sette vacche, belle di aspetto e grasse e si misero a pascolare tra i giunchi. 3 Ed ecco, dopo quelle, sette altre vacche salirono dal Nilo, brutte di aspetto e magre, e si fermarono accanto alle prime vacche sulla riva del Nilo. 4 Ma le vacche brutte di aspetto e magre divorarono le sette vacche belle di aspetto e grasse. E il faraone si svegliò. 5 Poi si addormentò e sognò una seconda volta: ecco sette spighe spuntavano da un unico stelo, grosse e belle. 6 Ma ecco sette spighe vuote e arse dal vento d’oriente spuntavano dopo quelle. 7 Le spighe vuote inghiottirono le sette spighe grosse e piene. Poi il faraone si svegliò: era stato un sogno. 8 Alla mattina il suo spirito ne era turbato, perciò convocò tutti gli indovini e tutti i saggi dell’Egitto. Il faraone raccontò loro il sogno, ma nessuno lo sapeva interpretare al faraone. 9 Allora il capo dei coppieri parlò al faraone: «Io devo ricordare oggi le mie colpe. 10 Il faraone si era adirato contro i suoi servi e li aveva messi in carcere nella casa del capo delle guardie, me e il capo dei panettieri. 11 Noi facemmo un sogno nella stessa notte, io e lui; ma avemmo ciascuno un sogno con un significato particolare. 12 Ora era là con noi un giovane ebreo, schiavo del capo delle guardie; noi gli raccontammo i nostri sogni ed egli ce li interpretò, dando a ciascuno spiegazione del suo sogno. 13 Proprio come ci aveva interpretato, così avvenne: io fui restituito alla mia carica e l’altro fu impiccato». 14 Allora il faraone convocò Giuseppe. Lo fecero uscire in fretta dal sotterraneo ed egli si rase, si cambiò gli abiti e si presentò al faraone.

Commento

Ho trovato un piccolo verso che dice che per sognare come Giuseppe bisogna addormentarsi la sera con un libro di poesie sul petto e svegliarsi con una preghiera sulle labbra. Così forse è stata la vita di Giuseppe in carcere e così forse ne esce da quel carcere con gli abiti nuovi per andare di fronte al faraone per interpretare i suoi sogni. Tornare a sognare, a spiegare e vivere i sogni è fondamentale oggi. Ho detto sognare, interpretare e vivere i sogni, perché oggi ci limitiamo, quando, ci riusciamo, a sognare. Ci manca la spiegazione e l’azione, far diventare i sogni realtà. Quella prigione divenne, per Giuseppe il luogo della piena fioritura della sua vocazione, quella annunciatagli dai sogni profetici di ragazzo. Dopo i sogni in carcere anche il faraone fa i suoi sogni. Giuseppe ormai è così saggio che può permettersi di stare davanti al faraone-dio per spiegare i sogni del potente d’Egitto. Quelle vacche belle esaltano il faraone, ma quelle brutte lo deprimono e soprattutto non può contare sui suoi maghi, indovini, interpreti di corte dei sogni. Nessuno ne sa dare una ragione, una spiegazione. Qui il racconto ha come una svolta: il coppiere del faraone fa chiamare Giuseppe e lui spiega il sogno. Giuseppe gli rivela immediatamente la chiave per comprendere quanto sta per accadere, e la natura del suo operare: «Non io: Dio risponderà per il benessere [shalom] del Faraone» . Siamo di fronte a un momento cruciale ed epocale: la fine dell’età dei divinatori, degli aruspici, dei maghi, e l’inizio del tempo della profezia. Qui Giuseppe diventa il primo profeta di Israele. In questa lettura del sogno del faraone vi ritroviamo, infatti, i tratti essenziali che distinguono l’autentica interpretazione profetica dai prodotti dei divinatori e dai falsi profeti di tutti i tempi. Questa interpretazione profetica è dono-gratuità, perché è esercizio di un carisma che il “profeta” riceve, non un suo manufatto né una tecnica appresa in qualche scuola. È un dono che per poter operare deve essere accolto dal suo destinatario, credendoci. E spinge sempre all’azione e al cambiamento.

Preghiamo

oggi giorno in cui ricordiamo San Francesco preghiamo per l’Italia

5 pensieri su “mercoledì 4 ottobre

  1. . Elena

    Come scrivevo ieri, il sogno è un dono. La capacità di lettura del sogno è un dono, un carisma. E il dono, per essere completo, va riversato sugli altri , fa fatto circolare, gratuitamente. Il dono del sogno è misterioso, altamente spirituale e profetico. È un dono delicato, che richiede prudenza, tempo, attesa, fede, saggezza, umiltà. Giuseppe lo sa questo e perciò è forte davanti al Faraone, poiché il sogno è un dono di Dio, che è un Dio di verità e di infinite opportunità.
    Possiamo affidarci al Signore, che guida i nostri passi, senza toglierci la fatica, ma dando senso alla stessa, passando a volte attraverso i misteri più grandi ed inattesi…
    Preghiamo per l’Italia nel giorno di San Francesco.

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  2. sr Alida

    Grazie ,don Sandro ,per il commento a questa Parola e a quella di ogni giorno . Mi piace tanto l’inizio di quello di oggi …Giuseppe di sicuro era in ascolto profondo di Dio e oeratore della Sua Parola ….e può farsi dono anche interpretando i sogni secondo la Sua volontà ….Ci doni il Signore stesso questo ascolto di cuore della Sua Parola e delle Sue opere ..Prego con voi per l’Italia oggi giorno di S.Francesco ,per il Papa ,per il Vescovodi Bergamo che ne portano il nome ,e per tutti quelli che pure han questo nome ,.

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  3. sr Alida

    Una preghiera per sr Luciana ,che viene oggi a far parte della nostra comunità ,grazie 1

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  4. Sr rita

    San Francesco ha sognato di restaurare la chiesa. Ha creduto ad l d’ogni e ha fatto la sua parte. Che anche noi possiamo vivere la responsabilità di fare la nostra parte con semplicità e amore. Preghiamo per il Papa e il vescovo Francesco.

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  5. stefania

    Ieri sera sono andata a sentire Don Giovanni Nicolini all’interno del percorso di Molte Fedi che quest’anno ha come tema BEATI I COSTRUTTORI. Tra le tante splendide cose che ha detto, con un carisma che solo i veri profeti e i veri maestri hanno, mi ha colpito molto la sua riflessione su come oggi i nostri figli abbiano il loro tempo ricco di impegni, di cose da fare, di obiettivi da raggiungere ma povero di buone notizie, di sogni da inseguire, di parole che parlino al loro cuore.
    Siamo forse noi adulti che non portiamo più LA buona notizia? Che ci siamo arresi o che siamo sopraffatti dalle mille incombenze di ogni giorno? E ci dimentichiamo che il vero sogno è avere il cuore pieno di te?
    Aiutami Signore a non dimenticare mai di portare la tua buona notizia in ogni mio luogo; a casa con i miei figli e mio marito, a scuola con i miei ragazzi e i miei colleghi, in oratorio con i miei piccoli di catechismo.

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