mercoledì 3 luglio

di | 2 Luglio 2019

1 Pt 2,18-25                                                                                   18 Domestici, state soggetti con profondo rispetto ai vostri padroni, non solo a quelli buoni e miti, ma anche a quelli difficili. 19 È una grazia per chi conosce Dio subire afflizioni, soffrendo ingiustamente; 20 che gloria sarebbe infatti sopportare il castigo se avete mancato? Ma se facendo il bene sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. 21 A questo infatti siete stati chiamati, poiché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: 22 egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca, 23 oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia. 24 Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; 25 dalle sue piaghe siete stati guariti. Eravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre anime.

Commento

Possiamo continuare a pensare che queste parole sui servi e padroni, come quelle di ieri sui governanti, siano fuori luogo.  In realtà mi sembra che il testo è come se facesse riferimento alla passione di  Gesù servo obbediente e quindi questa di cui parla Paolo non si tratta di una sottomissione di carattere sociale, ma di carattere divino: siamo chiamati ad essere servi, ad operare il bene nella forza e nella mitezza che sono stati del Signore Gesù, l’uomo della croce. Addirittura vi è come una grazia dentro questa logica del servizio. è “una grazia di Dio” soffrire con pazienza facendo il bene. La “grazia” sta nella fecondità di ogni sofferenza umana, perché misteriosamente unita a quella di Cristo, con la quale Egli ha salvato il mondo: “Dalle sue piaghe siamo stati guariti”, Dalla coscienza di questa “grazia”, di questa fecondità, dell’affidamento a Dio (“rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia”) nasce la mitezza di Cristo e dei suoi discepoli, il suo e loro non rispondere male per male, la rinuncia ad ogni violenza e vendetta. Da questa bella testimonianza di fede in Dio e di amore per il prossimo il frutto che riceviamo è buono: la conversione al “pastore e guardiano delle nostre anime”.

Preghiamo

Preghiamo per tutti i nostri ragazzi

3 pensieri su “mercoledì 3 luglio

  1. sr Alida

    Operare il bene con pazienza e mitezza è grazia data da Dio ,ma possiamo in Gesù e guardando e affidandoci a Lui ….poichè dalle sue piaghe guariti affidiamo a Lui tutti i nostri ragazzi ,le famiglie ,le persone che faticano a credere ,e sempre a Lui che ha sofferto affidiamo ogni sofferenza ,ci aiuti ad essere solidali ..

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  2. Elena

    Prego con voi, perché una vita bella è fatta anche di servizio e di pazienza che diventano feconde se nutrite con amore e per amore, come il Signore ci ha insegnato…
    Prego con voi secondo.le intenzioni del cuore di ciascuno.

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