mercoledì 29 novembre

di | 28 Novembre 2017

lettera ai romaniRm 7,7-13                                           

7Che diremo dunque? Che la Legge è peccato? No, certamente! Però io non ho conosciuto il peccato se non mediante la Legge. Infatti non avrei conosciuto la concupiscenza, se la Legge non avesse detto: Non desiderare. 8Ma, presa l’occasione, il peccato scatenò in me, mediante il comandamento, ogni sorta di desideri. Senza la Legge infatti il peccato è morto. 9E un tempo io vivevo senza la Legge ma, sopraggiunto il precetto, il peccato ha ripreso vita 10e io sono morto. Il comandamento, che doveva servire per la vita, è divenuto per me motivo di morte. 11Il peccato infatti, presa l’occasione, mediante il comandamento mi ha sedotto e per mezzo di esso mi ha dato la morte. 12Così la Legge è santa, e santo, giusto e buono è il comandamento. 13Ciò che è bene allora è diventato morte per me? No davvero! Ma il peccato, per rivelarsi peccato, mi ha dato la morte servendosi di ciò che è bene, perché il peccato risultasse oltre misura peccaminoso per mezzo del comandamento.Commento

Passaggio oscuro che fa riferimento senza nominarlo al peccato di Adamo e Eva, il peccato d’origine. Sappiamo bene come l’uomo è segnato dal peccato e dalla fragilità. Ma qui il ragionamento di Paolo va ben oltre. Vediamo se riesco a balbettare qualcosa. Secondo il nostro testo la radice del peccato è questo verbo desiderare che si trasforma in concupiscenza. In sé il desiderio è cosa buona, diventa male, peccato quando assume il tono di un desiderio che non si è in grado di gestire, irrefrenabile e che è anche mancanza di rispetto verso l’altro. Questa è la concupiscenza. La Legge, che certamente non è peccato, la Legge che “è santa, e santo, giusto e buono è il comandamento”, rivelando la giustizia e la santità di Dio, diventa “l’occasione” per la quale l’uomo conosce il suo peccato: “Io non ho conosciuto il peccato se non mediante la Legge” ! Quello che la Scrittura racconta di Adamo è la vicenda di ogni creatura umana. Attraverso la legge ogni uomo fa esperienza del male, perché la legge ci dice quale è il nostro limite, ci pone un limite, oltre il quale c’è il male, il peccato. Quando sento questo limite, questa fragilità o peccato, sento di conseguenza il bisogno di essere salvato. Dunque, non solo la Legge è santa, ma anche la sua funzione nella vicenda umana è fondamentale. Senza la Legge il male sarebbe ugualmente dominante, ma non sarebbe rivelato come tale. La legge fa conoscere il peccato, ma non può salvare l’uomo.

Preghiamo

Preghiamo per la chiesa.

2 pensieri su “mercoledì 29 novembre

  1. Elena

    Credo che la legge ci ricordi il confine, il limite, mio e degli altri. Sicuramente non possiamo vivere senza legge e la nostra fragilità è disegnata, raccontata, amplificata dalla legge che ne definisce i contorni, l’entità, la pesantezza. Dici bene, don Sandro, la legge non salva l’uomo. Ci dev’essere un qualcosa in più…. E allora, anche il desiderio, con lo sguardo verso l’Alto e lo sguardo verso l’Altro, può tornare ad aver senso. E può aiutarci ad uscire da noi stessi, dal nostro piccolo mondo, per risollevarci nell’Amore che viene da Dio.
    Una preghiera per la chiesa e per tutti i religiosi.

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  2. sr.Alida

    La legge fa conoscere il peccato,ma non può salvare Desiderare oltre misura è peccato Il Signore conosce cosa desidera il nostro cuore,guidi i nostri desideri al Bene ,all’Amore ,che
    ci porta a Lui e ci rivela il Suo volto.Mi unisco alla preghiera per la chiesa,per tutti i religiosi e per il piccolo Leonardo.

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