mercoledì 28 ottobre

di | 27 Ottobre 2020

Mc 12,1-12     

1 Si mise a parlare loro con parabole: «Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. 2 Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. 3 Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. 4 Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. 5 Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero. 6 Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. 7 Ma quei contadini dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra!”. 8 Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. 9 Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. 10 Non avete letto questa Scrittura: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; 11 questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi?». 12 E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono.

Commento

Gesù parla in parabole e fa riferimento sempre ai sacerdoti del tempio, ai farisei, ai dottori della legge. Sono quelle stesse persone con cui Gesù è entrato in contrasto e sono le stesse persone che in qualche modo stanno cercando di trovare un capo di accusa contro Gesù. La vigna del Signore, oggetto della parabola è il simbolo del rapporto di alleanza e di comunione che fin dalla creazione e fino ai tempi di Gesù ha segnato la storia di Israele, detta vigna scelta del Signore. Anche ai nostri giorni noi possiamo usare la medesima simbologia per rappresentare il rapporto tra noi e Dio. Fino a quando il rapporto è di semplice custodia tutto funziona bene, non ci sono contrasti; quando si passa ad un rapporto di possesso tutto cambia, si entra nel mondo della violenza e delle prepotenza. Così  con Dio e il creato. Fino a quando cerchiamo un rapporto di vicinanza, comunione, e cura il nostro rapporto con Lui è bello, quando ci facciamo padroni della creazione e forse anche di Dio, tutto cambia e non esiste più fraternità. A quel punto la vigna viene consegnata ad altri, perché i veri custodi della vigna del Signore, del popolo di Dio non ne erano degni. Nel dramma della storia, il peccato si qualifica come l’aggressione del dono di Dio da parte dell’umanità, per trasformare il dono in possesso. Perché non sia celebrazione della comunione d’amore tra Dio e la sua creatura amata, ma eliminazione di Dio dall’orizzonte dell’umanità. Autodivinizzazione dell’uomo. Autoidolatria.

Preghiamo

Preghiamo per i poveri

4 pensieri su “mercoledì 28 ottobre

  1. Elena

    Prego con voi per i poveri e per le persone sole. Per chi nulla possiede se non la propria fede dignitosa, e anche per chi ha perduto ogni dignità nella propria povertà materiale e morale.

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  2. sr Alida

    Custodire prendersi cura, essere vicini questo fa con il rapporto con il Signore. Mentre con voi prego per i poveri, prego :Signore fa che non possediamo niente e nessuno, donaci un giusto rapporto tra noi, con le cose ed il creato.

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  3. sr rita

    Noi siamo la vigna del Signore. I poveri sono la vigna che Dio ci affida da custodire. La chiesa è la vigna che ci accoglie nel suo cuore. Tutto parla di cura, di custodia, di responsabilità. Prego per Sr Simona nel suo onomastico.

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  4. Dania

    Solo una goccia tra le mani Sue, per dire che nulla ci appartiene e che la pioggia che rende fertile la terra è dono Suo ma è anche l’unione di tante piccole gocce. Grazie per ogni piccola goccia che Tu hai creato, amato e donato all’umanità.

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