mercoledì 26 settembre

di | 25 Settembre 2018

la notte della sapienza chagallqoelet 6,1-6

[1]Un altro male ho visto sotto il sole, che pesa molto sopra gli uomini. [2]A uno Dio ha concesso beni, ricchezze, onori e non gli manca niente di quanto desidera; ma Dio non gli concede di poterne godere, perché è un estraneo che ne gode. Ciò è vanità e malanno grave! [3]Se uno avesse cento figli e vivesse molti anni e molti fossero i suoi giorni, se egli non gode dei suoi beni e non ha neppure una tomba, allora io dico: meglio di lui l’aborto, [4]perché questi viene invano e se ne va nella tenebra e il suo nome è coperto dalla tenebra. [5]Non vide neppure il sole: non conobbe niente; eppure il suo riposo è maggiore di quello dell’altro. [6]Se quello vivesse anche due volte mille anni, senza godere dei suoi beni, forse non dovranno andare tutt’e due nel medesimo luogo?

Commento

Difficile trovare strade diritte in qoelet. Piuttosto troviamo saliscendi continui. Per esempio abbiamo appena parlato del godere la vita ed ora subentra di prepotenza una domanda: per quanto si possa vivere bene  o male non va a finire tutto nel medesimo posto: la morte. Nella seconda parte del capitolo 6 vedremo che soluzione propone qoelet , per il momento ci limitiamo a tre constatazioni. La prima vede una persona baciata in fronte dalla fortuna, ma che muore improvvisamente e lascia i suoi beni a sconosciuti. La seconda scena: un uomo che ha fatto tutto per la sua famiglia  e i suoi figli ed essi litigano tra di loro per i beni ereditati.  La terza scena vede una persona povera che, senza aver studiato ma con abilità, furbizia e tenacia, riesce a sfondare nella vita e a salire nella scala sociale. E’ la classica persona che si è fatta da sé. Ma poi cade nelle stesse trappole di chi nasce ricco, diventando avaro, o inseguendo sogni di grandezza che prima o poi lo porteranno alla rovina. La lezione che Qoèlet ne tira è ormai scontata: Anche questo è vanità e un correre dietro al vento, perché tutto finisce nella morte.

Preghiamo

Preghiamo per tutti i profughi.

3 pensieri su “mercoledì 26 settembre

  1. srAlida

    In qualsiasi situazione ,fa che ci lasciamo fare da te ,e non ci attacchiamo a ciò che passeggero.. preghiamo per tutti i profughi.

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  2. sr Rita

    Vivere molti anni senza godere del bene che si ha e che si è….non ha proprio molto senso. Mi piace questo “godere quello che si ha…” ed aggiungo ” che si è…”. Chi sta nel posto giusto, chi segue il sogno che gli abita il cuore, chi sa gioire del tanto o del poco che possiede perché ama quello che è e quello che fa….mi pare raggiunga un buon livello di realizzazione. Certo, per tutti arriva la morte, ma quello che uno vive non glielo porta via neppure a morte.

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  3. . Elena

    Beh, sono complesse le riflessioni di Qoelet. Di sicuro tutti arriviamo alla morte, ma la qualità della nostra vita fa la differenza. Ciò che siamo e ciò che scegliamo di essere, più di ciò che abbiamo, possiamo decidere di condividerlo e lasciarlo a quanti amiamo. L’amore è piu forte della morte, poiché amiamo anche chi se n’è andato e sono convinta che anche i nostri defunti continino a vivere nel Signore, che è l’Amore assoluto e pieno dal quale proveniamo e al quale ritorniamo…
    Vivere con pienezza e amore, con un poco di saggezza rende bella la vita anche se si ha poco. Perché quel poco è abbastanza…. e la Provvidenza è grande!
    Prego con voi per i profughi e per coloro che soffrono nella malattia.

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