mercoledì 26 agosto

di | 25 Agosto 2020

At 19,21-41 (sic)

21 Dopo questi fatti, Paolo decise nello Spirito di attraversare la Macedonia e l’Acaia e di recarsi a Gerusalemme, dicendo: «Dopo essere stato là, devo vedere anche Roma». 22 Inviati allora in Macedonia due dei suoi aiutanti, Timòteo ed Erasto, si trattenne ancora un po’ di tempo nella provincia di Asia. 23 Fu verso quel tempo che scoppiò un grande tumulto riguardo a questa Via. 24 Un tale, di nome Demetrio, che era òrafo e fabbricava tempietti di Artèmide in argento, procurando in tal modo non poco guadagno agli artigiani, 25 li radunò insieme a quanti lavoravano a questo genere di oggetti e disse: «Uomini, voi sapete che da questa attività proviene il nostro benessere; 26 ora, potete osservare e sentire come questo Paolo abbia convinto e fuorviato molta gente, non solo di Èfeso, ma si può dire di tutta l’Asia, affermando che non sono dèi quelli fabbricati da mani d’uomo. 27 Non soltanto c’è il pericolo che la nostra categoria cada in discredito, ma anche che il santuario della grande dea Artèmide non sia stimato più nulla e venga distrutta la grandezza di colei che tutta l’Asia e il mondo intero venerano». 28 All’udire ciò, furono pieni di collera e si misero a gridare: «Grande è l’Artèmide degli Efesini!». 29 La città fu tutta in agitazione e si precipitarono in massa nel teatro, trascinando con sé i Macèdoni Gaio e Aristarco, compagni di viaggio di Paolo. 30 Paolo voleva presentarsi alla folla, ma i discepoli non glielo permisero. 31 Anche alcuni dei funzionari imperiali, che gli erano amici, mandarono a pregarlo di non avventurarsi nel teatro. 32 Intanto, chi gridava una cosa, chi un’altra; l’assemblea era agitata e i più non sapevano il motivo per cui erano accorsi. 33 Alcuni della folla fecero intervenire un certo Alessandro, che i Giudei avevano spinto avanti, e Alessandro, fatto cenno con la mano, voleva tenere un discorso di difesa davanti all’assemblea. 34 Appena s’accorsero che era giudeo, si misero tutti a gridare in coro per quasi due ore: «Grande è l’Artèmide degli Efesini!». 35 Ma il cancelliere della città calmò la folla e disse: «Abitanti di Èfeso, chi fra gli uomini non sa che la città di Èfeso è custode del tempio della grande Artèmide e della sua statua caduta dal cielo? 36 Poiché questi fatti sono incontestabili, è necessario che stiate calmi e non compiate gesti inconsulti. 37 Voi avete condotto qui questi uomini, che non hanno profanato il tempio né hanno bestemmiato la nostra dea. 38 Perciò, se Demetrio e gli artigiani che sono con lui hanno delle ragioni da far valere contro qualcuno, esistono per questo i tribunali e vi sono i proconsoli: si citino in giudizio l’un l’altro. 39 Se poi desiderate qualche altra cosa, si deciderà nell’assemblea legittima. 40 C’è infatti il rischio di essere accusati di sedizione per l’accaduto di oggi, non essendoci alcun motivo con cui possiamo giustificare questo assembramento». Detto questo, sciolse l’assemblea.

 Commento

Sembra quasi che all’origine di ogni scontro contro Paolo ci sia un motivo economico, politico, religioso e non invece un confronto sulla verità. È così anche a Efeso, con questo tale, Demetrio, costruttore di tempietti per la dea Artemide, la grande dea di Efeso. Passare ad un’altra religione voleva dire far fallire i suoi affari che erano legati alla dea Artemide. Ecco perché lui si ribella contro Paolo. La produzione di oggetti “religiosi” è l’industria che collega questo benessere al tempio di Artemide: produzione di tempietti (confesso subito di avere una forte inclinazione alla nausea per questo tipo di oggetti; molte volte vedendoli sulle bancarelle mi chiedo “chi mai li comprerà”, ma devo ammettere che il mercato è molto florido). A questo punto viene avanti la forte connessione tra religione ed economia, che induce tanto facilmente il legame tra religione e conservatorismo. Il tempio di Artemide è contemporaneamente un luogo di grande tradizione e una fonte di benessere economico. Secondo il v.27 il pericolo è che vengano a cadere contemporaneamente l’antico prestigio del tempio di Artemide e la floridezza economica del territorio. Difendiamo dunque il nostro territorio e le sue belle antiche tradizioni! Ma ecco per fortuna individuato il colpevole di tutto questo guaio: “…potete osservare e sentire come questo Paolo abbia convito e fuorviato molta gente, non solo di Efeso, ma si può dire di tutta l’Asia, affermando che non sono dei quelli fabbricati da mani d’uomo”! ma questo del mercato non è il problema vero della fede.

Preghiamo

Preghiamo per tutti i ragazzi.

5 pensieri su “mercoledì 26 agosto

  1. Sr. Rita

    Oggi preghiamo per don Sandro nel giorno del suo onomástico. Tra una arrabbiatura e una conquista anche tu vivi il martirio della sequela e della testimonianza. Ti auguro di lasciarti andare con confidenza nelle braccia della vita. E’ la vita che ci accompagna nella maturazione della fede e dell’amore. Prego per te e per la Diocesi di Bergamo. Buona festa.

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  2. Elena

    Anche io, come e insieme a molti amici, auguro a don Sandro un giorno sereno, un giorno lieve. I momenti difficili ci sono, ostacoli, seccature, vere e proprie cattiverie, si attraversano. Guarda sempre oltre, guarda in alto…. Buon onomastico Sandro! E non stancarti di essere ciò che sei e di fare ciò che fai.

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  3. Anonimo

    Auguri Don Sandro, ti auguro di trascorrere una tranquilla giornata con i tuoi ragazzi e con le persone a te più care. E ti ringrazio per le riflessioni che ogni giorno ci proponi.

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  4. sr Alida

    Grazie di cuore don Sandro per la ricchezza delle riflessioni ,tratte dalla tua esperienza di vita ,vissuta nella Parola di Dio ….Auguri cari per la salute e perchè il Signore custodisca e confermi ogni tua opera di bene.

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  5. sr Alida

    Pregando per te don prego per la diocesi bergamasca e per tutti i ragazzi e le persone che avvicini .

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