mercoledì 23 gennaio

di | 22 Gennaio 2019

giobbe Giobbe 28,1-19

[1]Certo, per l’argento vi sono miniere
e per l’oro luoghi dove esso si raffina.
[2]Il ferro si cava dal suolo
e la pietra fusa libera il rame.
[3]L’uomo pone un termine alle tenebre
e fruga fino all’estremo limite
le rocce nel buio più fondo.
[4]Forano pozzi lungi dall’abitato
coloro che perdono l’uso dei piedi:
pendono sospesi lontano dalla gente e vacillano.
[5]Una terra, da cui si trae pane,
di sotto è sconvolta come dal fuoco.
[6]Le sue pietre contengono zaffiri
e oro la sua polvere.
[7]L’uccello rapace ne ignora il sentiero,
non lo scorge neppure l’occhio dell’aquila,
[8]non battuto da bestie feroci,
né mai attraversato dal leopardo.
[9]Contro la selce l’uomo porta la mano,
sconvolge le montagne:
[10]nelle rocce scava gallerie
e su quanto è prezioso posa l’occhio:
[11]scandaglia il fondo dei fiumi
e quel che vi è nascosto porta alla luce.
[12]Ma la sapienza da dove si trae?
E il luogo dell’intelligenza dov’è?
[13]L’uomo non ne conosce la via,
essa non si trova sulla terra dei viventi.
[14]L’abisso dice: «Non è in me!»
e il mare dice: «Neppure presso di me!».
[15]Non si scambia con l’oro più scelto,
né per comprarla si pesa l’argento.
[16]Non si acquista con l’oro di Ofir,
con il prezioso berillo o con lo zaffiro.
[17]Non la pareggia l’oro e il cristallo,
né si permuta con vasi di oro puro.
[18]Coralli e perle non meritano menzione,
vale più scoprire la sapienza che le gemme.
[19]Non la eguaglia il topazio d’Etiopia;
con l’oro puro non si può scambiare a peso.

Commento

Come cerniera tra la prima e la seconda parte del libro, incontriamo ora un Inno alla Sapienza, forse un poema preesistente inserito dall’autore per spezzare il ritmo narrativo e farci prendere fiato. Un interludio difficile da decifrare ma ricco di poesia, l’ennesimo dono di questo immenso libro. Viene mostrato l’uomo della tecnica, quello che sa scavare, inventare, costruire. È l’uomo della tecnica che usa la sua intelligenza per dominare il mondo. Ci viene però mostrata l’ambivalenza della tecnica. Come ogni uomo antico, anche l’autore del libro di Giobbe è stupito e ammirato dalla capacità che gli uomini hanno sviluppato nel dominare la materia, le cose, il mondo. Ma dentro la tecnica vede nascosto e reale anche il rischio di abuso: «La terra che ci dà il pane è turbata con un fuoco sotterraneo. L’uomo pone mano alla selce, sovverte le montagne dalle radici» . La tecnica ha una sua legge intrinseca che spinge gli uomini a scavare gallerie sempre più profonde, a rovesciare le montagne in cerca di materiali preziosi, affamando così i contadini che vivevano su quelle terre, ieri e oggi. La sapienza non si estrae nelle miniere, né la si può acquistare sui mercati barattandola con i metalli preziosi. La sapienza, quella che sa comprendere il mistero del dolore, è altra rispetto alla tecnologia e alla economia che crea ingiustizia. Giobbe per rispondere a la mistero del suo dolore si avventura a cercare la vera sapienza.

Preghiamo

Preghiamo per tutte le mamme e i papà.

3 pensieri su “mercoledì 23 gennaio

  1. sr Rita

    La sapienza non si compra. Ha un valore inestimabile. Ma noi abbiamo bisogno della sapienza. Non cade dal cielo. Non è frutto del nostro sforzo. Ma allora, la sapienza per chi è?
    Se avessimo la risposta saremmo sapienti. Forse la sapienza accompagna la dimensione del vivere con tutto quello che la vita comporta di dolore di ricerca, di gioia…E Dio sa come fare perché noi attraversiamo questa vita con sapienza.

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  2. . Elena

    È molto bello questo passaggio sulla sapienza! Mentre lo leggo ne colgo la poesia e lo spessore, che lascio entrare nel cuore. Penso ai saggi che ho incontrato nel mio cammino fin qui. Nessuno di loro è ricco materialmente. Sono tutte persone umili, semplici, che hanno attraversato spesso il dolore, la perdita, la fatica del vivere e ne sono usciti ricchi di molte cose che nessun bene materiale può comprare. La si legge nel viso, nel corpo imperfetto, segnato, nella parola, nello sguardo questa ricchezza…. Provo, al loro fianco, una grande pace mentre mi interrogo su quanta strada devo percorrere ancora, su quanto ho ancora da imparare! E non basta mai. Come non basta mai la vita, forse….
    Ci sia dato di apprendere, attraverso la vita, con le sue gioie e le sue tristezze, con le vie tortuose e buie e attraverso i più diversi sentieri, di comprendere in noi un pizzico di saggezza che ci avvicini a Dio e al suo intricato, complesso ricamo. Prego per tutti i genitori, per il loro compito delicato, per i conflitti che spesso lacerano le loro relazioni di adulti e le relazioni coi loro figli.

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  3. srAlida

    Forse un pò di sapienza e di intelligenza ,il Signore l’ha posta in germe in ciascuno ,che sappiamo usare bene questo dono ,per camminare verso la Sua vera sapienza …Il cammino,è sempre tanto ,ci sono anche esempi da seguire ….L’uomo non usa sempre bene questo germe ,anch’io mi meraviglio di quanto ci è dato di compiere costruire..curare .Ma mi impressiona molto quanto in un secondo possiamo distruggere e buttare via ….Prego perchè ricerchiamo la vera sapienza e sappiamo camminare in essa e con voi prego per tutti i genitori e per le relazioni difficili .

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