mercoledì 22 marzo

di | 21 Marzo 2023

Esodo 35,30-36,7

Mosè disse agli Israeliti: “Vedete, il Signore ha chiamato per nome Besalèl, figlio di Urì, figlio di Cur, della tribù di Giuda. 31L’ha riempito dello spirito di Dio, perché egli abbia saggezza, intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro, 32per ideare progetti da realizzare in oro, argento, bronzo, 33per intagliare le pietre da incastonare, per scolpire il legno ed eseguire ogni sorta di lavoro artistico. 34Gli ha anche messo nel cuore il dono di insegnare, e così anche ha fatto con Ooliàb, figlio di Achisamàc, della tribù di Dan. 35Li ha riempiti di saggezza per compiere ogni genere di lavoro d’intagliatore, di disegnatore, di ricamatore in porpora viola, in porpora rossa, in scarlatto e in bisso, e di tessitore: capaci di realizzare ogni sorta di lavoro e di ideare progetti”. Besalèl, Ooliàb e tutti gli artisti che il Signore aveva dotati di saggezza e d’intelligenza per eseguire i lavori della costruzione del santuario fecero ogni cosa secondo ciò che il Signore aveva ordinato.
2Mosè chiamò Besalèl, Ooliàb e tutti gli artisti, nel cuore dei quali il Signore aveva messo saggezza, quanti erano portati a prestarsi per l’esecuzione dei lavori. 3Essi ricevettero da Mosè ogni contributo portato dagli Israeliti per il lavoro della costruzione del santuario. Ma gli Israeliti continuavano a portare ogni mattina offerte spontanee. 4Allora tutti gli artisti, che eseguivano i lavori per il santuario, lasciarono il lavoro che ciascuno stava facendo 5e dissero a Mosè: “Il popolo porta più di quanto è necessario per il lavoro che il Signore ha ordinato”. 6Mosè allora ordinò di diffondere nell’accampamento questa voce: “Nessuno, uomo o donna, offra più alcuna cosa come contributo per il santuario”. Così si impedì al popolo di portare altre offerte; 7perché il materiale era sufficiente, anzi sovrabbondante, per l’esecuzione di tutti i lavori.

Commento

Dopo l’episodio del vitello, il popolo è cambiato ed è molto diverso. Il loro cuore è ora spinto all’opera del santuario, con spontaneità e decisione. Se per noi la spontaneità è spesso solo un impulso momentaneo, qui si vuol porre l’accento che la donazione è avvenuta liberamente, ma con la determinazione di arrivare in fondo all’opera intrapresa. Tanto che Mosè è costretto a porre fine alla raccolta  perché i doni sono eccedenti rispetto alla necessità. Ugualmente in questi testi compare tredici volte l’aggettivo “tutta/tutti/tutte”. Benché il fatto di prestarsi per il santuario sia volontario, il testo riconosce la presenza e la forza di una volontà comune attorno a quest’opera, attraverso la quale il popolo si costruisce e s’identifica come comunità. Interessante è questo sforzo comune per edificare un’opera che è di tutti. È come se il popolo si identificasse proprio con questa opera e Mosè guida l’edificazione di questa opera che è di tutti. All’interno del popolo, tutto impegnato dunque in quest’impresa, si distinguono alcuni personaggi. come Besal’el che diventerà nella tradizione ebraica l’artista protettore degli artisti fino ad oggi. questo artigianato esige e suppone tecnologie specifiche che diventano “arti” riservate con veri e propri segreti da custodire. Tutti costoro sono comunque “saggi di cuore.

Preghiamo per tutti gli artisti.

2 pensieri su “mercoledì 22 marzo

  1. Elena

    Bello pregare per gli artisti. Li apprezziamo per le loro opere, talvolta li ringraziamo, ma preghiamo mai per loro? Forse non pensiamo mai a loro in termini di preghiera, eppure le loro arti rendono più bella e lieve la nostra vita, perché ci riempiono gli occhi e il cuore di bellezza. Ci fanno sorridere, stupire, pensare, sognare, pregare…
    Ne riconosciamo il talento, ma preghiamo anche per loro, poiché la loro arte è dono per tutti!

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  2. srAlida

    Il popolo è diverso e dedito tutto a costruire per il Signore, queste nuove possibilità sono offerte a noi ogni giorno. Anche l’arte ha la sua parte per avere lo sguardo il cuore al cielo, ringraziamo e preghiamo per gli artisti di ieri e di oggi.

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