Mercoledì 18 gennaio

di | 17 Gennaio 2017

trinità Matteo 5,38-48      

38 Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. 39 Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, 40 e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. 41 E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. 42 Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. 43 Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. 44 Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, 45 affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. 46 Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? 47 E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? 48 Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.

Commento

Siamo ancora nel discorso della montagna con quelle affermazioni: ma io vi dico. Oggi consideriamo in maniera particolare le nostre relazioni con le persone. Per esempio l’occhio per occhio è la legge antica che cerca di regolamentare la violenza attraverso la giusta pena, il giusto contrappeso al male fatto. Questo tipo di giustizia è di tipo punitivo e a volte vendicativo. La giustizia proposta da Gesù in quel ma io vi dico è di tipo riparativo, dello sguardo, dell’incontro che non giustifica il male, ma che tenta di integrare il male dentro un bene più alto che è l’incontro. La proposta che fa Gesù che non è un giudizio minore o un’assenza di giudizio. Resta un giudizio rigoroso e anzi particolarmente “severo”, ma che ha come obiettivo non la punizione di chi ha sbagliato, ma la sua redenzione e la sua salvezza. Così è infatti quel porgere l’altra guancia, come lo è per il caso della tunica e del mantello e delle due miglia fatte con chi ci costringe a farne uno con lui. Il senso profondo di questa indicazione è che chi ha subito la violenza non può abbandonare a se stesso il fratello che lo ha aggredito, ma lo deve soccorrere costringendolo a riflettere sulla responsabilità di quello che ha fatto, proprio per indurlo, con la forza della mitezza, ad accorgersi del male che ha fatto, per la speranza del suo pentimento! l’etica che propone Gesù chiede di farsi carico dell’ingiustizia e della violenza dell’altro, per non abbandonarlo a se stesso. E’ dunque ancora la relazione d‘amore, la carità, a guidare ogni comportamento del discepolo del Signore.

 

Preghiamo

Preghiamo per tutti coloro che sono chiamati ad esercitare la giustizia.

3 pensieri su “Mercoledì 18 gennaio

  1. Elena

    Lo sguardo di Gesù va davvero oltre. Nella mitezza il perdono, ma anche la redenzione. Una possibilità. Una diversa capacità di giustizia. Chi può aiutarci a superare offese subite e violenze inaudite, se non un amore che va oltre? La provocazione di Gesù non ha limiti, forse perché Dio non ha limiti, sempre capace di misericordia e perdono, di attesa e di amore. Nonostante tutte le nostre più fantasiose o perverse capacita di offendere e di creare muri, ferire e fare male. Se solo provassimo anche noi più spesso ad andare oltre i limiti delle nostre parole poco gentili e amorevoli, dei nostri gesti selettivi e manipolatori, dei muri eretti da altri e da noi stessi… Se solo provassimo a credere che sia possibile….
    Chiedo una preghiera per il suocero di Cinzia, che è tornato al Padre e per Raisa, che sta davvero poco bene in queste settimane….

    Rispondi
  2. sr Rita

    Sentendo al Parola e il commento di Don Sandro mi vien da pensare al valore della mediazione. Oggi ho passato il pomeriggio nel Forum per aiutare il marito della nostra Wilma che è morta a ottobre, a ottenere la patria potestà sui 3 figli che Wilma ha avuto col primo marito. Nella lunga attesa allo sportello ho potuto vedere il luogo in cui entravano le persone per la mediazione penale. Ho pensato molto, soprattutto sentendo alcuni discorsi dei richiedenti aiuto. Una mamma con 6 figlio attorno e il marito in carcere andava chiedendo aiuto…Non so bene in che senso, ma l’operatore dello sportello era di una umanità, di una affabilità che credo abbia fatto un gran bene anche solo con la tua attitudine. Gesù ci chiede di mediare, di non fermarci alla giustizia, ma di eccedere nella misericordia-perdono-riabilitazione. Prego per le intenzioni di tutti ed anche per Cesario, che possa presto risolvere i problemi della sua numerosa famiglia.

    Rispondi
  3. sr.Alida

    Ma io vi dico: la giustizia proposta da Gesu’è riparativa ,sguardo e incontro,che tenta di integrare il male verso un bene piu’ alto .come sguardo di salvezza del Signore,pur disapprovando il male …Risuona in me questa parte di commento di don Sandro. Farsi carico dell’ingiustizia è un ‘altra espressione forte,ma con l’aiuto del Signore ,è possibile anche nel nostro piccolo vivere così .Mi unisco alla preghiera per le persone nominate ,per le situazioni piu’ in difficoltà ,per chi deve esercitare la giustizia .

    Rispondi

Rispondi a sr.Alida Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.