mercoledì 17 marzo

di | 16 Marzo 2021

Giobbe 36,22-37,24

22Ecco, Dio è sublime nella sua potenza;
quale maestro è come lui?
23Chi mai gli ha imposto il suo modo d’agire
o chi mai ha potuto dirgli: «Hai agito male?».
24Ricòrdati di lodarlo per le sue opere,
che l’umanità ha cantato.
25Tutti le contemplano,
i mortali le ammirano da lontano.
26Ecco, Dio è così grande che non lo comprendiamo,
è incalcolabile il numero dei suoi anni.
27Egli attrae in alto le gocce d’acqua
e scioglie in pioggia i suoi vapori
28che le nubi rovesciano,
grondano sull’uomo in quantità.
29Chi può calcolare la distesa delle nubi
e i fragori della sua dimora?
30Ecco, egli vi diffonde la sua luce
e ricopre le profondità del mare.
31In tal modo alimenta i popoli
e offre loro cibo in abbondanza.
32Con le mani afferra la folgore
e la scaglia contro il bersaglio.
33Il suo fragore lo annuncia,
la sua ira si accende contro l’iniquità.

 Per questo mi batte forte il cuore
e mi balza fuori dal petto.
2Udite attentamente il rumore della sua voce,
il fragore che esce dalla sua bocca.
3Egli lo diffonde per tutto il cielo
e la sua folgore giunge ai lembi della terra;
4dietro di essa ruggisce una voce,
egli tuona con la sua voce maestosa:
nulla può arrestare il lampo
appena si ode la sua voce.
5Dio tuona mirabilmente con la sua voce,
opera meraviglie che non comprendiamo!
6Egli infatti dice alla neve: «Cadi sulla terra»
e alle piogge torrenziali: «Siate violente».
7Nella mano di ogni uomo pone un sigillo,
perché tutti riconoscano la sua opera.
8Le belve si ritirano nei loro nascondigli
e si accovacciano nelle loro tane.
9Dalla regione australe avanza l’uragano
e il gelo dal settentrione.
10Al soffio di Dio si forma il ghiaccio
e le distese d’acqua si congelano.
11Carica di umidità le nuvole
e le nubi ne diffondono le folgori.
12Egli le fa vagare dappertutto
secondo i suoi ordini,
perché eseguano quanto comanda loro
su tutta la faccia della terra.
13Egli le manda o per castigo del mondo
o in segno di bontà.
14Porgi l’orecchio a questo, Giobbe,
férmati e considera le meraviglie di Dio.
15Sai tu come Dio le governa
e come fa brillare il lampo dalle nubi?
16Conosci tu come le nuvole si muovono in aria?
Sono i prodigi di colui che ha una scienza perfetta.
17Sai tu perché le tue vesti sono roventi,
quando la terra è in letargo sotto il soffio dello scirocco?
18Hai tu forse disteso con lui il firmamento,
solido come specchio di metallo fuso?
19Facci sapere che cosa possiamo dirgli!
Noi non siamo in grado di esprimerci perché avvolti nelle tenebre.
20Gli viene forse riferito se io parlo,
o, se uno parla, ne viene informato?
21All’improvviso la luce diventa invisibile,
oscurata dalle nubi:
poi soffia il vento e le spazza via.
22Dal settentrione giunge un aureo chiarore,
intorno a Dio è tremenda maestà.
23L’Onnipotente noi non possiamo raggiungerlo,
sublime in potenza e rettitudine,
grande per giustizia: egli non opprime.
24Perciò lo temono tutti gli uomini,
ma egli non considera quelli che si credono sapienti!»

Commento

Questo è un testo lunghissimo, ma che ci porta ormai vicino alla grande risposta di Dio a Giobbe. È sempre Eliuh che parla. È sempre secondo il suo stile. Non c’è nulla di nuovo. Qualcuno dice che è un testo che è stato aggiunto dopo. A noi questo non interessa in quanto studiosi di bibbia, ma quanto per ribadire un’idea: prima, dopo, durante il messaggio che ripetiamo su Dio è sempre quello. Se non stiamo bene attenti alla fine ricadiamo sempre nello schema classico: l’uomo è peccatore, riconosca la sua colpa e tutto si sistema. Credo che la realtà è molto più complessa di questa semplice descrizione. È ben più misteriosa, affascinante e tutta da scoprire. Le categorie non sono così chiare, peccatore, errore, penitenza, riconoscimento  e tutto quel bagaglio di considerazioni che ci sono entrate nel dna. Non posso solo dire questo è giusto quindi vado in paradiso, questo è sbagliato quindi ti nego ogni felicità. E per te che sei nell’errore ti rimane solo una cosa: pentirsi. Che se poi vogliamo è il gioco vero della vita. ma l’accento troppe volte è puntato solo sul peccato, sul pentimento e non sulla grazia. Così è tutto questo inno di sapienza e si conclude con un perciò lo temano tutti gli uomini. Dio non è da temere nel senso della paura, ma da amare come il misericordioso.

Preghiamo

Preghiamo per il papa

2 pensieri su “mercoledì 17 marzo

  1. Elena

    Che il Signore abbia misericordia anche del nostro essere arroganti e del nostro cercare di ricondurlo alla nostra idea di Lui, ai film che ci facciamo del Suo rapporto con noi. Solo abbia misericordia…
    Per Papa Francesco e per la chiesa la preghiera di oggi.

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  2. sr Alida

    Osservare le meraviglie della sua misericordia per ciascuno di noi… Il vero timore di Dio forse è lasciarci amare…. Mi unisco alla preghiera per Papa Francesco e la chiesa e che il Signore abbia pietà di noi…

    Rispondi

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