mercoledì 15 dicembre

di | 14 Dicembre 2021

lettera a Filemone 1,12

Paolo, prigioniero di Cristo Gesù, e il fratello Timòteo al carissimo Filèmone, nostro collaboratore, alla sorella Apfìa, ad Archippo nostro compagno nella lotta per la fede e alla comunità che si raduna nella tua casa: 3grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo. 4Rendo grazie al mio Dio, ricordandomi sempre di te nelle mie preghiere, perché sento parlare della tua carità e della fede che hai nel Signore Gesù e verso tutti i santi. 6La tua partecipazione alla fede diventi operante, per far conoscere tutto il bene che c’è tra noi per Cristo. 7La tua carità è stata per me motivo di grande gioia e consolazione, fratello, perché per opera tua i santi sono stati profondamente confortati. Per questo, pur avendo in Cristo piena libertà di ordinarti ciò che è opportuno, in nome della carità piuttosto ti esorto, io, Paolo, così come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. 10Ti prego per Onèsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene, lui, che un giorno ti fu inutile, ma che ora è utile a te e a me. 12Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore.

Commento

Questa lettera di Paolo è brevissima, è come un piccolo foglietto inviato da Paolo a Filemone collaboratore di Paolo. Filemone era un facoltoso uomo di Colossi. Diventato cristiano per avere incontrato Paolo probabilmente ad Efeso, Filemone si era poi fatto parte attiva nell’evangelizzazione a Colossi dal momento che Paolo lo chiama “nostro collaboratore”; ciò doveva consistere principalmente nell’aver aperto la sua casa alle riunioni di una comunità cristiana di Colossi. Il tema di questa piccolissima lettera non è indifferente. Il nocciolo della lettera riguarda Onesimo, schiavo di Filemone. Lo schiavo era fuggito  ed era giunto a Roma e, in qualche modo, in una prigione aveva trovato Paolo, al quale aveva raccontato di aver fatto un torto al suo padrone. In carcere Onesimo si converte al cristianesimo. Secondo le vigenti leggi sulla schiavitù, Paolo sapeva che lo schiavo doveva ritornare al suo legittimo proprietario. Essendo però Onesimo diventato un discepolo di Cristo, l’apostolo aveva deciso di scrivere al suo amico Filemone incoraggiandolo a riceverlo come un fratello in Cristo e non più come schiavo. Di fatto Paolo chiede a Filemone di rendere Onesimo un uomo libero. Questo è un grande passaggio per il tempo antico in cui la schiavitù era normale.

Preghiamo

Preghiamo per tutti coloro che ancora oggi sono schiavi.

Un pensiero su “mercoledì 15 dicembre

  1. Elena

    Un appello alla carità, un appello a fare un salto che sa andare oltre la cultura e le pratiche del tempo. Liberare un uomo perché solo Dio è padrone della vita dell’uomo. Un atto di misericordia e di conversione…
    Preghiamo perché ogni schiavitù lasci spazio alla conversione.

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