qoelet 2,1- 11
21Io dicevo fra me: «Vieni, dunque, voglio metterti alla prova con la gioia.Gusta il piacere!». Ma ecco, anche questo è vanità. 2Del riso ho detto: «Follia!» e della gioia: «A che giova?». 3Ho voluto fare un’esperienza: allietare il mio corpo con il vino e così afferrare la follia, pur dedicandomi con la mente alla sapienza. Volevo scoprire se c’è qualche bene per gli uomini che essi possano realizzare sotto il cielo durante i pochi giorni della loro vita. 4Ho intrapreso grandi opere, mi sono fabbricato case, mi sono piantato vigneti. 5Mi sono fatto parchi e giardini e vi ho piantato alberi da frutto d’ogni specie; 6mi sono fatto vasche per irrigare con l’acqua quelle piantagioni in crescita. 7Ho acquistato schiavi e schiave e altri ne ho avuti nati in casa; ho posseduto anche armenti e greggi in gran numero, più di tutti i miei predecessori a Gerusalemme. 8Ho accumulato per me anche argento e oro, ricchezze di re e di province. Mi sono procurato cantori e cantatrici, insieme con molte donne, delizie degli uomini. 9Sono divenuto più ricco e più potente di tutti i miei predecessori a Gerusalemme, pur conservando la mia sapienza. 10Non ho negato ai miei occhi nulla di ciò che bramavano, né ho rifiutato alcuna soddisfazione al mio cuore, che godeva d’ogni mia fatica: questa è stata la parte che ho ricavato da tutte le mie fatiche. 11Ho considerato tutte le opere fatte dalle mie mani e tutta la fatica che avevo affrontato per realizzarle. Ed ecco: tutto è vanità e un correre dietro al vento. Non c’è alcun guadagno sotto il sole.
Commento
Questo saggio travestito da re di Gerusalemme, mette in evidenza con una martellante ossessione quanto è soffio tutto. Teniamo conto che quando quelet scrive in Israele non esiste più la monarchia, esistono invece una serie di monarchie intorno allo stesso regno di Israele. Questo fatto ci porta a dire che il saggio qoelet guarda con ironia la monarchia, il potere, la regalità. Passare per re quando non esiste un re è fare l’ironia del potere. Qoèlet assume tale maschera in riferimento alla convinzione universale secondo la quale il re è il modello per eccellenza di uomo, in questo modo egli dichiara che il re è un uomo come tutti gli altri. Il saggio era in genere colui che insegnava ai giovani. Qoelet sembra dire ai giovani: tu che cerchi il successo, la fama, la gloria, ricorda che tutto passa. Il saggio ha sperimentato tutto nella vita ed è arrivato alla conclusione che è meglio non illudere i giovani circa la gloria della vita. Nel testo questo re appare come uno che vive di insuccessi, che conosce tutto, che sperimenta tutto, ma alla fine rimane l’unica condizione vera dell’uomo: la sua fragilità. Qoèlet non sta criticando i re del passato, ma la funzione del re che pensa di poter vivere un tipo di esistenza dove sia possibile ogni cosa, dove il successo sia assicurato, dove ogni desiderio dovrebbe essere esaudito. Anche il re è fragile! Non ci resta che applicare questa breve riflessione al nostro tempo, e ricordarci non della nostra gloria, ma della nostra fragilità.
Preghiamo
Preghiamo per la mamma di Marco.
Tutto passa anche le nostre fragilità…Basterebbe questo “Tutto passa “per vivere bene ….per non attaccarci alla gioia che pure c’è per dare un senso al dolore ,che non manca all’umanità e dare così vigore alla speranza ….Solo l’amore rimane,tutto il bene che tante persone operano …Tutto passa….ogni giorno più vicini al Porto sicuro …vivere bene il “qui” ed “ora”..consapevoli di una presenza che ci ama .Mi unisco alla preghiera per la mamma di Marco e alle intenzioni di ieri .
Volevo scoprire se c’è qualche bene per gli uomini che essi possano realizzare sotto il cielo durante i pochi giorni della loro vita.
Questa volontà di scoprire il bene….è un fattore importante, Se poi conseguiamo mantenere la sapienza siamo sul buon cammino.
Non commento oltre ma chiedo a Dio la sapienza umile e semplice.
Trovo interessante la ricerca sperimentale di ciò che è bene, di ciò che è bello o semplicemente piacevole. Interessante è la scoperta ultima del saggio: passa anche quello che è bene, quello.che che è bello e piacevole, ciò che appare fondamentale. L’uomo, mi vien da dire, nasce nudo e torna ad essere terra. Perché tanto affanno, tanta superiorità, tanto lustro quando tutto finisce per tutti? Chiedo al Padre la consapevolezza della mia pochezza, quanto più mi sento grande e ” riuscita” nelle cose che faccio, per non dimenticare che prima, dopo, oltre me c’è molto di più.
Unisco la mia preghiera per la mamma di Marco e affido al Signore tutti i bambini e i ragazzi che oggi tornano a scuola. Sia un anno che porti buoni frutti!
Sono divenuto più ricco e più potente di tutti i miei predecessori a Gerusalemme, pur conservando la mia sapienza
Interpreto questa ricchezza non solo come benessere economico (che già di suo caratterizza la nostra società rispetto alla realtà di suor Rita), ma anche come “va tutto bene”.
Qoelet ha il dono di non bearsi di questo stato di benessere, economico ma soprattutto di assenza di preoccupazioni, ma rimane vigile, in cerca, conservando la sapienza.
Ci sia data la grazia di essere anche noi così, di non accomodarci nel nostro tranquillo quotidiano.
Buona giornata a tutti!