mercoledì 12 maggio

Lc. 2,1-7

1 In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2 Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. 3 Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. 4 Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, 5 per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. 6 Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7 Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo.

Commento

La scena che troviamo qui la conosciamo troppo bene. Purtroppo per tanti motivi se ne è perso la forza e il senso vero. Folklore, tradizione, consumo, tutto si mescola in questo racconto del natale. Vediamo se riusciamo a tirarci fuori il senso quello vero, o almeno una piccola goccia di questo senso. Questa scena sta al centro della storia, è l’anello di congiunzione tra il prima di Gesù e il dopo di Gesù. si tratta di un fatto piccolo, minuscolo che nessun testo dell’epoca, nessuna cronaca registra. Eppure è il fatto che ha cambiato il mondo. E proprio così Dio è diventato re di questa terra facendosi bambino. Questa scena piccola fa da contrappunto all’altra scena quella della grandiosità dell’impero di Cesare Augusto, forse il primo impero globale della storia del mondo. Ma alla fine è il piccolo che porta la luce e la salvezza. mentre il potere si autoesalta, si dilata, diventa globale, c’è il potere di Dio che si presenta in umiltà, invece che autoesaltarsi, si fa addirittura humus, si fa piccolissimo; la sua globalità, il suo valore per tutti è nell’essere concreto e singolo e invece di avere in mano tutti, si mette nella mani di tutti come un bambino.

Preghiamo

Preghiamo per tutti i bambini