mercoledì 1 febbario

di | 31 Gennaio 2017

trinitàMatteo  8,5-13    

5 Entrato in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: 6 «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». 7 Gli disse: «Verrò e lo guarirò». 8 Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. 9 Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». 10 Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! 11 Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, 12 mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». 13 E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito.

Commento

Continua la serie dei segni miracolosi di Gesù. anche in questo segno miracoloso abbiamo una persona che si avvicina a Gesù. in questo caso si tratta di un centurione. Pensando alla questione dell’autorità e del essere subalterno o sottomesso provo a fare questa riflessione. Il centurione era subalterno ad una autorità più grande di lui. Anche se non si fidava sempre, era chiamato comunque all’obbedienza. Gesù è sottomesso non ad una autorità più grande di Lui, ma a colui che è Dio suo Padre. Gesù obbedisce a questo padre non perché è un’autorità, ma perché, essendo padre, Gesù si fida di Lui. Una sottomissione di obbedienza senza fiducia, una sottomissione di fiducia, ecco la grande differenza. Comunque il centurione in qualche modo si affida a Gesù e a lui affida la sua sofferenza per il servo che soffre terribilmente. Il centurione intravede in Gesù un nuovo modo di sottomettersi, quello appunto legato alla fiducia. Mi sembra che questa questione della sottomissione per fiducia o per autorità è la discriminante che dice la vera fede. Gesù in quest’uomo ammira due cose: la sua fede e lo abbiamo già visto, ma anche la premura e la benevolenza nei confronti del servo. Quale padrone si prende cura in questo modo di un suo servo? Forse che il centurione aveva capito che si poteva andare oltre queste categorie di appartenenza (servo – padrone ) per entrare in una relazione nuova di tipo amicale? È un bel salto di qualità! La risposta di Gesù di fronte a questa fede e a questa premura è molto semplice “verrò e lo curerò”. Il signore si muove, viene a noi quando c’è fede e cura per il sofferente e fa il miracolo: “va e avvenga per te come hai creduto”

Preghiamo

Preghiamo per tutti coloro che si prendono cura delle sofferenza degli uomini e delle donne

3 pensieri su “mercoledì 1 febbario

  1. Elena

    Quanta fede…. una fede che,cieca, assoluta, muove il Signore verso due uomini bisognosi e speranzosi….
    Nelle parole di don Sandro ci sono le chiavi di lettura della Parola odierna e c’è una fiamma di speranza di risanamento non solo fisico, ma anche relazionale fra le persone.
    Mi unisco alle comuni intenzioni di preghiera e ricordo le persone che sono capaci di gesti di amore e tenerezza.

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  2. sr.Alida

    Signore non son degna …ma dì soltanto una parola …Quanto significative queste parole ,quando le pronunciamo prima di ricevere il Signore nell’Eucarestia…Che le dica con cuore …Al Signore basta poco per guarirmi e guarire ,la nostra piccola collaborazione ,la trasforma in aumento di fede e fiducia in Lui,con il Suo tocco nascosto o evidente..Và avvenga secondo la tua fede..Gesu’ sottomesso con fiducia al Padre compie questo per noi ,per chi lo cerca…Che bella figura di padrone il centurione,che prende a cuore il suo servo ..Quanto è importante affidarsi al Signore per compiere piccoli e veri gesti d’amore.
    Riprendo la preghiera di ieri per Antonella e mi unisco alla preghiera ,per quanti si prendono cura dei sofferenti di tutta l’umanità .

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  3. Silvia

    Davvero si percepisce nelle parole del centurione una compassione particolare per il suo servo, e sembra quasi che si possa sostituire la parola servo con amico: ” il mio caro amico soffre terribilmente, ti prego salvalo tu”! Proprio come Gesù: ” non vi chiamo più servi ma amici perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi”…
    E poi, che coraggio il centurione, lui pagano romano che appunto sembra sottomettersi a Gesù, un ebreo! E parla di dignità…non son degno, un centurione a un ebreo??? Ma l’amore l’amicizia ci sconvolgono, ci rendono capaci di fede, di fidarci, perché l’amore l’amicizia trascendono, ci trascendono , ci fanno profumare di Dio! Come non obbedire all’amore? Eppure disobbedisco spesso…
    Mi unisco alle intenzioni.
    Buona serata!

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