martedì 7 settembre

di | 6 Settembre 2021

Luca 15,11-32

11 Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. 12 Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. 13 Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. 14 Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 15 Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. 16 Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. 17 Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 18 Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; 19 non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. 20 Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. 21 Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. 22 Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi. 23 Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 24 perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. 25 Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; 26 chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. 27 Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. 28 Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. 29 Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. 30 Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. 31 Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; 32 ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».

Commento

Se le prime due parabole della misericordia sono delicate e imprimono un valore di tenerezza al perdono e alla misericordia, questa parabola del figliol prodigo, o meglio del padre misericordioso, ne esprime tutta la forza e la potenza. Così mi sembra di poter dire riguardo a questa parabola: il perdono è potente ed è di una fortezza incredibile. Il ritornello di queste parabole è la gioia finale. Gioia, festa per la pecora ritrovata, gioia e festa per la moneta ritrovata, festa con un grande banchetto per il figlio tornato a casa. La festa è il tratto fondamentale del perdono. Non si può non fare festa grande per un figlio che torna a casa! Chi non accetta come fratello il peccatore, non accetta l’amore «gratuito» del Padre e non è figlio. E’ come il fratello maggiore: si arrabbia e non riconosce né il padre né il fratello. Resta fuori dal banchetto dell’amore, affogato nella sua giustizia. Questa parabola è «il vangelo nel vangelo»: Dio ci ama non perché siamo buoni, ma perché siamo suoi figli. Per questo, da cattivi, possiamo diventare buoni. Dio ci ama dentro i nostri fallimenti.

Preghiamo

Preghiamo per Fabio

2 pensieri su “martedì 7 settembre

  1. Elena

    Immagino il padre, sempre pronto a scrutare l’orizzonte da una finestra. Non sia mai che torni quel figlio di cui non sa più niente! E sento la sua pro- tensione nell’acuire tutti i suoi sensi, la sua attenzione, quella che nell’attesa non ti lascia dormire di notte. Aspetta un figlio… E questo figlio che ha sbagliato strada, ritorna… E come non accoglierlo? Non fargli festa? Era ciò che di prezioso era perduto. A volte anche noi genitori facciamo questa esperienza dolorosa e la nostra gioia sta lì, nel cuore, pronta ad esplodere al ritorno di chi si era smarrito, o anche solo allontanato. L’amore perdona, lascia scivolare via il dolore, riaccoglie, ricomincia da zero… È bello essere amati così dal Padre, che ha sempre in serbo per noi un abbraccio affettuoso e rassicurante, un abbraccio struggente nel quale tornare a sciogliere le nostre durezze…
    Accompagno Fabio nella preghiera.

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  2. sr Alida

    Se è Bello essere figli di più lo è esserlo del Padre dei cieli… Se tutti conosciesssimo questo bene prezioso saremmo più felici. Mentre prego per Fabio prego per chi battezzato non ne vuol sapere o non si ricorda… Per chi è credente, per noi che abbiamo sempre bisogno di questo tornare, di essere attesi nelle nostre cadute, perché il nostro cuore sia ricco della gratitudine nel Padre, che attraverso Gesù trova sempre un modo di rimetterci in cammino.

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