martedì 3 settembre

di | 2 Settembre 2019

1Gv 2,12-17                                                                                                 12 Scrivo a voi, figlioli, perché vi sono stati perdonati i peccati in virtù del suo nome. 13 Scrivo a voi, padri, perché avete conosciuto colui che è da principio. Scrivo a voi, giovani, perché avete vinto il Maligno. 14 Ho scritto a voi, figlioli, perché avete conosciuto il Padre. Ho scritto a voi, padri, perché avete conosciuto colui che è da principio. Ho scritto a voi, giovani, perché siete forti e la parola di Dio rimane in voi e avete vinto il Maligno. 15 Non amate il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui; 16 perché tutto quello che è nel mondo – la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita – non viene dal Padre, ma viene dal mondo. 17 E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!

Commento

In questi pochi versetti più volte è ripetuta la parola scrivo. Da qui si comprende l’importanza e la forza della parola scritta. Quello che scrive Giovanni non è una predica, ma la memoria, il ringraziamento, l’incoraggiamento alle comunità cristiane e ai suoi componenti. Noi scriviamo poco e a volte per frasi brevi. A questo ci costringono i social. Dovremmo recuperare invece l’arte della scrittura che narra. A chi scrive? Agli anziani che sono i depositari della storia delle comunità fin dal suo inizio, ai giovani perché sono forti e hanno lo sguardo proteso sul futuro. E che cosa scrive a loro? Non amate le cose del mondo. Attenzione qui per mondo Giovanni non intende il mondo terrestre abitato dagli uomini, quello è da amare profondamente. Quando negli scritti di Giovanni si trova la parola mondo si intende la parte negativa, il male che sta nel mondo. Il male non è da amare!  Sono tre le cose che non si devono amare di questo mondo: la concupiscenza della carne, cioè un uso disordinato e trasandato del corpo, la concupiscenza degli occhi, cioè un desiderio possessivo dell’altro, la superbia della vita, cioè il sentirci più grandi di Dio. Questa parte di mondo è da rifiutare.

Preghiamo

Preghiamo per Sergio

3 pensieri su “martedì 3 settembre

  1. sr Alida

    Scrivo a voi figlioli ,a voi padri ….perchè chi ne ha fatto esperienza lo ha conosciuto il Signore ,possa passare alla generazione futura l’amore che Dio vuole all’umanità ….il resto passa rimane solo la Sua volontà …Suona cosi dolce e così caro il “figlioli e padri ” di Giovanni …Scoprire ciò che il Signore vuole da ogni giorno ,non sempre facile richiede un supplemento di Spirito Santo che chiedo per ciascuno e per Sergio .

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  2. se rita

    Scrivere a qualcuno di caro è una bella esperienza di comunione. E scrivere quello che si è sperimentato, toccato con mano…diventa testimonianza, evangelizzazione. Destinatari dello scritto di Paolo siamo anche ciascuno di noi, nelle varie fasi della vita. Abbiamo la possibilità di conoscere Dio in un crescendo di amore e di fede, così come cresciamo in statura e conoscenza delle cose del mondo, quello abitato e amato da Dio. Oggi nella mia comunità si riuniranno le suore e i religiosi della Diocesi per un incontro di formazione e preghiera. Ci affidiamo alla vostra preghiera.

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  3. Elena

    È bello scrivere, cercare, scegliere, usare le parole per raccontare qualcosa a qualcuno, per ricordare insieme da dove veniamo e dove andiamo, raccontare il passato,testimoniarlo con i padri, e incoraggiare il futuro, un futuro solido e di senso con i figli. Scrivere permette di fermarsi e meditare. Scrivere esprime chi siamo e ci mette in relazione stretta. Conservo tutte le lettere e gli scritti di mio marito, prima come amico, poi come compagno di vita. Sono il piccolo tesoro della nostra storia. Era emozionante attendere la risposta ad una mia lettera. Era emozionante prendere carta e penna e raccontare la vita lontana nello.spazio e nel tempo che ci separavano. La scrittura è potente, le parole sono potenti, sanno evocare molte cose nell’anima. E restano! Aiutano il pensiero e nutrono, salvano,se sono bene usate. Feriscono e distruggono se sono mal usate….
    Scrivere lettere tiene agganciati alla vita e l’esperienza degli evangelisti tiene agganciati alla vita di Gesù e alla volontà di Dio, milioni di persone del passato,del presente e del futuro. Una bella rete, fatta di fede, di amore e di speranza e carità, le cui maglie sono le parole di chi ha conosciuto la vita vera in Gesù, perché i credenti di tutti i tempi non affondino nel male che da sempre insidia l’uomo e lo rende fragile e vulnerabile.
    Prego per le intenzioni espresse e per quelle che custodiamo nei cuori e che affidiamo alla misericordia del Padre.

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