martedì 29 gennaio

di | 28 Gennaio 2019

giobbeGiobbe 30,1-15

[1]Ora invece si ridono di me
i più giovani di me in età,
i cui padri non avrei degnato
di mettere tra i cani del mio gregge.
[2]Anche la forza delle loro mani a che mi giova?
Hanno perduto ogni vigore;
[3]disfatti dalla indigenza e dalla fame,
brucano per l’arido deserto,
[4]da lungo tempo regione desolata,
raccogliendo l’erba salsa accanto ai cespugli
e radici di ginestra per loro cibo.
[5]Cacciati via dal consorzio umano,
a loro si grida dietro come al ladro;
[6]sì che dimorano in valli orrende,
nelle caverne della terra e nelle rupi.
[7]In mezzo alle macchie urlano
e sotto i roveti si adunano;
[8]razza ignobile, anzi razza senza nome,
sono calpestati più della terra.
[9]Ora io sono la loro canzone,
sono diventato la loro favola!
[10]Hanno orrore di me e mi schivano
e non si astengono dallo sputarmi in faccia!
[11]Poiché egli ha allentato il mio arco e mi ha abbattuto,
essi han rigettato davanti a me ogni freno.
[12]A destra insorge la ragazzaglia;
smuovono i miei passi
e appianano la strada contro di me per perdermi.
[13]Hanno demolito il mio sentiero,
cospirando per la mia disfatta
e nessuno si oppone a loro.
[14]Avanzano come attraverso una larga breccia,
sbucano in mezzo alle macerie.
[15]I terrori si sono volti contro di me;
si è dileguata, come vento, la mia grandezza
e come nube è passata la mia felicità.

Commento

Dopo il racconto sul passato ora giungiamo al racconto del tempo presente, alla lamentazione di questo cap.30. prima tutto era fortuna e al centro della vita di Giobbe stava il rispetto, e tutto questo era dono di Dio, ora tutto diventa rovina, solitudine e disprezzo e anche qui l’artefice della sofferenza di Giobbe è ancora Dio.  Il testo ebraico non nomina mai Dio direttamente, lo presenta in terza persona quasi si trattasse di una forza anonima ostile e nascosta. Tuttavia Giobbe riesce a identificarla e ad interpellarla in seconda persona. Ecco la traccia della supplica di Giobbe. Un quadro di totale umiliazione apre il lamento. Tutti hanno orrore di Giobbe, tutti i nemici l’assalgono senza ritegno. Lo invade un terrore anche psicologico nei confronti di un nemico così misterioso che lo perseguita senza tregua e compassione, abbandonandolo alla tempesta e alla morte. L’unica possibilità che ormai rimane a Giobbe è quella di innalzare il suo urlo di dolore, dell’agonia senza fine, la protesta confidando che Dio si senta obbligato a dargli almeno un cenno di risposta. Chi vive il dramma della sofferenza a volte percepisce la vita proprio in questo modo. Vive come in uno stato di solitudine e abbandono, cerca la vicinanza dell’uomo ma non riesce a trovarla. E manca anche la consolazione di Dio. Giobbe è di un sano realismo e non di un vuoto spiritualismo. Ma grazie a questo sano realismo potrà alla fine rinascere.

Preghiamo

Preghiamo per don Giorgio.

3 pensieri su “martedì 29 gennaio

  1. sr Rita

    Sentirsi soli, abbandonati, derisi nella afflizione è esperienza di molti, anche oggi. La domanda implicita di Giobbe, e di ogni sofferente è: ma Dio dov’è? Cosa gli ho fatto per trattarmi così? Domande gravi e di non facile risposta. La consegno alla Fede che non giustifica il dolore, ma lo abita assieme a chi soffre. Preghiamo per nel buio e nella solitudine. Una preghiera anche per la nostra volontaria Rita, deceduta oggi. Una donna di religione evangelica, ma con una grande stima per noi suore e per il nostro servizio ai poveri.

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  2. . Elena

    Quanta delicatezza impone il dolore più grande…. sapersi muovere in punta di piedi, per non ferire chi è già troppo offeso, è cosa difficile. Preghiamo per poter accompagnare tanta sofferenza con tatto e delicatezza, con umiltà e sensibilità. Unisco le mie preghiere alle vostre, secondo le intenzioni espresse e ricordo il fratello di Margherita, che ci ha lasciato ieri.

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  3. srAlida

    Nella riflessione che fa Giobbe mi sembra l’eco di alcuni salmi ….e il grido di solitudine,e di abbandono dell’umanità di oggi …..Silenzio e preghiera di intercessione per le solitudini che non possiamo raggiungere….e il Signore ci renda nel Suo amore portatori di speranza e consolazione per chi è più vicino mi unisco alle vostre preghiere per don Giorgio; per Rita, per il fratello di Margherita ,e per Dorina che pure ha raggiunto la casa del Padre .

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