martedì 28 novembre

di | 27 Novembre 2017

lettera ai romani – Rm 7,1-6                                            

1O forse ignorate, fratelli – parlo a gente che conosce la legge – che la legge ha potere sull’uomo solo per il tempo in cui egli vive? 2La donna sposata, infatti, per legge è legata al marito finché egli vive; ma se il marito muore, è liberata dalla legge che la lega al marito. 3Ella sarà dunque considerata adultera se passa a un altro uomo mentre il marito vive; ma se il marito muore ella è libera dalla legge, tanto che non è più adultera se passa a un altro uomo. 4Alla stessa maniera, fratelli miei, anche voi, mediante il corpo di Cristo, siete stati messi a morte quanto alla Legge per appartenere a un altro, cioè a colui che fu risuscitato dai morti, affinché noi portiamo frutti per Dio. 5Quando infatti eravamo nella debolezza della carne, le passioni peccaminose, stimolate dalla Legge, si scatenavano nelle nostre membra al fine di portare frutti per la morte. 6Ora invece, morti a ciò che ci teneva prigionieri, siamo stati liberati dalla Legge per servire secondo lo Spirito, che è nuovo, e non secondo la lettera, che è antiquata.

Commento

Siamo passati da un precedente vincolo che era quello della legge ad un nuovo vincolo che è quello della grazia. Interessante questa immagine del vincolo matrimoniale adottata da Paolo per dire il vincolo con la legge o con la grazia. Si, perché il vincolo scelto mi lega in una fedeltà unica. Siamo stati liberati dal vincolo della legge mediante la morte e resurrezione di Gesù che ha dato vita ad un uomo nuovo, non più vincolato alla legge, ma alla grazia. Non apparteniamo più al mondo, ma nella morte del Signore, noi iniziamo ad appartenere a Gesù. Stesso. Ora noi come credenti siamo vincolati, legati da un vincolo proprio con Lui che è risorto dai morti. In Gesù muore il vincolo antico con la Legge, e noi quindi siamo morti alla Legge: “siamo stati liberati dalla Legge per servire secondo lo Spirito”.  In Lui morto e risorto, anche noi siamo morti con Lui e con Lui siamo risorti, e in Lui “portiamo frutti per Dio”. Nel precedente regime della Legge portavamo “frutti per la morte”: viene così preannunciato il tema che sarà svolto nel brano successivo. Oggi prendiamo atto che “morti a ciò che ci teneva prigionieri, siamo stati liberati dalla Legge per servire secondo lo Spirito”. Questa è la suprema, fondamentale novità della nostra vita.

Preghiamo

Preghiamo per il papa in viaggio in Asia

3 pensieri su “martedì 28 novembre

  1. . Elena

    Bello pensare e vivere nel concetto che ” portiamo frutti per Dio”. Bello anche il senso di appartenenza a Gesù, al suo amore che supera ogni vincolo, ogni legge costruita, ogni cosa peritura,ridando alla scelta di essere e rimanere cristiani, un pieno valore di umanità e spiritualità. Una completezza che nessuna legge, da sola, può dare.
    Preghiamo per Papa Francesco.

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  2. sr.Alida

    Siamo stati liberati dalla legge per servire lo Spirito che è nuovo per portare frutti in Dio….La legge è terrena ,la grazia è eterna…Apparteniamo al Signore non a ogni cosa subdola della terra Questo è respirare aria pura per l’anima ,che può liberarsi sempre da ciò che ostacola il cammino .Ci doni il Signore stesso di custodire l’appartenenza a Lui ,con cuore umile e grato .
    Accompagnamo il Papa nel suo viaggio in Asia

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  3. sr Rita

    Preghiamo per il piccolo Leonardo che è gravissimo e per il quale le Poverelle stanno chiedendo l’intercessione di madre Teresa Gabrieli, nostra cofondatrice.

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