martedì 27 aprile

di | 26 Aprile 2021

fil. 3,17-4,1

17 Fatevi miei imitatori, fratelli, e guardate a quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi. 18 Perché molti, ve l’ho già detto più volte e ora con le lacrime agli occhi ve lo ripeto, si comportano da nemici della croce di Cristo: 19 la perdizione però sarà la loro fine, perché essi, che hanno come dio il loro ventre, si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi, tutti intenti alle cose della terra. 20 La nostra patria invece è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, 21 il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose. 4,1 Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete saldi nel Signore così come avete imparato, carissimi!

Commento

Ci sono dei nemici della croce. Interessante è capire che cosa fanno questi nemici della croce. E più ancora cosa vuol dire farsi imitatori di Paolo.  Questo è il centro della lettera e questo è il motivo per cui Paolo ha scritto la lettera. Chi sono i nemici della croce di Cristo? Sono quelli che credono di salvarsi con le loro pratiche religiose con la legge, e che non sanno che la salvezza è l’amore di un Dio crocifisso per me, quindi che pongono ancora il proprio io religioso, le proprie pratiche, la propria circoncisione, la propria morale, il proprio impegno come principio di salvezza. Ecco perché Paolo chiede di imitarlo. Non perché è il più bravo, ma perché lui ha compreso il senso della croce e ha abbandonato il mondo della legge.  In questo senso il cristiano è colui che vive sulla terra, ma non usa i criteri della terra: vive da figlio di Dio già su questa terra e quindi non è cittadino di questo mondo, è concittadino dei santi, è familiare di Dio ed è questa la santità cristiana: il mostrare in questo mondo la presenza di Dio attraverso il suo atteggiamento di misericordia, l’atteggiamento della croce di Cristo e il camminare in questa direzione

Preghiamo

Preghiamo per Massimo

2 pensieri su “martedì 27 aprile

  1. Elena

    Essere imitatori e seguaci di santità non è essere perfetti, ma è avere Gesù in se stessi. Un Gesù che vive l’amore nell’attenzione per i piccoli, i bisognosi, i poveri, i fragili. Un Gesù che, pur essendo uomo, ha vissuto da Dio in mezzo alla gente, ha portato Dio fra la gente, ha permesso la salvezza di Dio a tutte le genti! Credo che Gesù non ci chieda di essere perfetti, ma di essere autentici e amorevoli, misericordiosi e aperti a cogliere “quell’altro” che ci fa uscire da noi stessi e dai nostri egoismi personali quotidiani.
    Preghiamo per Massimo e per la sua famiglia.

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  2. sr Alida

    Rimanere saldi nel Signore cercare le cose di lassù, la salvezza è l’amore di Dio Crocifisso per me… Essere concittadini dei santi, familiari di Dio… Mi unisco alla preghiera per Massimo.

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