Martedì 19 luglio

di | 18 Luglio 2016

home2 Siracide 2,10-18

[10]Considerate le generazioni passate e riflettete:
chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso?
O chi ha perseverato nel suo timore e fu abbandonato?
O chi lo ha invocato ed è stato da lui trascurato?
[11]Perché il Signore è clemente e misericordioso,
rimette i peccati e salva al momento della tribolazione.
[12]Guai ai cuori pavidi e alle mani indolenti
e al peccatore che cammina su due strade!
[13]Guai al cuore indolente perché non ha fede;
per questo non sarà protetto.
[14]Guai a voi che avete perduto la pazienza;
che farete quando il Signore verrà a visitarvi?
[15]Coloro che temono il Signore non disobbediscono alle sue parole;
e coloro che lo amano seguono le sue vie.
[16]Coloro che temono il Signore cercano di piacergli;
e coloro che lo amano si saziano della legge.
[17]Coloro che temono il Signore tengono pronti i loro cuori
e umiliano l’anima loro davanti a lui.
[18]Gettiamoci nelle braccia del Signore
e non nelle braccia degli uomini;
poiché, quale è la sua grandezza,
tale è anche la sua misericordia.

Commento

Se è inevitabile che la prova arriva dentro la vita dell’uomo, è anche importante delineare con maggiore attenzione quanto è necessario fare per superare la prova stessa. Già avevamo detto qualcosa nel precedente brano, ora vediamo di approfondire meglio: il Siracide ci invita a prendere esempio dall’insegnamento che la storia può regalarci. Le generazioni passate forse qualcosa ci possono dire al riguardo. Infatti nelle generazioni precedenti ci sono esempi di fede che sono stati nella prova e hanno superato la prova.  Il percorso per uscire dalla tentazione è ha una ragione profondamente teologica: con fiducia devo credere che la misericordia di Dio libera dal peccato e salva nel tempo della prova. Mi fido di questo Dio che è perdono e misericordia? Dal perdono nasce il superamento della prova. Per aiutarci a considerare questo perdono di Dio ecco che Ben Sirà lancia alcune invettive che iniziano con Guai. Quella che più mi colpisce è quella di coloro che hanno una doppia vita. Qui il termine è inteso come incerti, ambigui, come un cuore debole che cammina su molti sentieri, senza mai fermare il cuore su qualcuno che dona un  senso alla vita. Vorrei chiudere questa breve e incerta riflessione con l’esortazione conclusiva del testo  di oggi: gettiamoci nelle braccia del signore. Nell’ora della prova ci vuole umiltà e capacità di cadere nelle mani del Signore, che è misericordia e perdono.

Preghiamo

Preghiamo per Marco

3 pensieri su “Martedì 19 luglio

  1. Elena

    Bella la considerazione iniziale: chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso? C’è tanta fede in questa affermazione. Nel Signore ogni possibilità, ogni opportunità, ogni risposta… se solo lo lasciassimo agire fiduciosi…. e complici, partecipi del Suo progetto!
    Per Marco e per la pace nel mondo, per quanto di bello e di buono possiamo costruire nel Signore!

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  2. sr Rita

    Imparar dalle generazioni passate…imparare dalla storia che è il luogo in cui Dio ha agito e continua a d agire. Chi teme Dio è colui che ama. Percorriamo le strade del timore-amore di Dio e la nostra vita sarà buona. Cadere nelle mani di Dio è la cosa più bella che ci possa capitare. Anche dopo che abbiamo sperimentato l caduta nelle mani degli uomini…abbiamo sempre la possibilità di essere raccolti dalle mani di Dio. Grazie.

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  3. sr.Alida

    Nella storia ,i santi ,degli altari e i santi di tutti i giorni ,hanno cercato di piacere a Dio ,tenuto pronto il cuore per Lui ,gettandosi umilmente nelle Sue braccia ….Nelle Sue mani è la nostra vita….Questo sapersi nelle Sue mani ,e in esse la possibilità di ricominciare sempre,mi ridona la pace ,ridona vigore al cuore ,all’incontro con gli altri …Benedetta la Sua misericordia e tenerezza ;Donaci Signore di ridonare umilmente ciò che riceviamo da Te.Prego per Marco ,e per ogni persona alla ricerca di Dio…

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