martedì 17 maggio

di | 16 Maggio 2022

Gv. 4, 16-26

16Le dice: “Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui”. 17Gli risponde la donna: “Io non ho marito”. Le dice Gesù: “Hai detto bene: “Io non ho marito”. 18Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero”. 19Gli replica la donna: “Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare”. 21Gesù le dice: “Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità”. 25Gli rispose la donna: “So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa”. 26Le dice Gesù: “Sono io, che parlo con te”.

Commento

Lentamente la donna samaritana arriva a comprendere che chi ha davanti è il Cristo, il messia. E tutto questo avviene come dentro un percorso personalissimo.  Un tema è quello del posto dove adorare, del tempio: i giudei adorano a Gerusalemme, i samaritani nel loro tempio. La donna si domanda dove è il vero luogo per adorare. La risposta è: non si adora un luogo, ma una persona. Non si crede in una struttura, un tempio, ma si crede nell’uomo Gesù che è spirito e verità. Noi pensiamo sempre che sia un luogo esterno, invece è un dialogo: sono io che parlo con te! È il luogo dell’ascolto e del dialogo. Quando c’è ascolto, dialogo vero, quando ci si muove secondo questi criteri allora si adora in spirito e verità. poi c’è la questione del marito. Può sorprendere la risposta di Gesù: va a chiamare tuo marito e ritorna qui. È sorprendente per la donna che conosce bene la sua condizione. Qui mettiamo in gioco non la questione morale circa i tanti mariti, ma la questione più grande del desiderio. La fede, è un incontro di desideri, pieno di fraintendimenti, come la nostra esistenza, ma è a questo livello la fede. La fede non è credere in qualcosa di sublime, o avere una morale rigorosissima, la fede innanzi tutto è qualcos’altro: è l’incontro da persona a persona, da sposo a sposa, col Signore

Preghiamo per Carlo

3 pensieri su “martedì 17 maggio

  1. Elena

    L’incontro con Gesù, il Cristo, il Messia è un incontro intimo, è un dialogo con le parti più profonde, e forse anche più scabrose di noi, ed il Signore. A Dio non si nasconde nulla, non la si fa… È giusto dialogare intimamente, sinceramente e umilmente, poiché tutto Egli sa, vede, conosce di noi. La fede matura attraverso un cammino profondo nella fiducia, con Dio che parla e ascolta le nostre umanità e non le giudica ma le accoglie con grande tenerezza e col perdono. Permettendo, attraverso questo dialogo interiore, di perdonare anche noi stessi.
    Ricordo Carlo e Massimo nella preghiera.

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  2. Elena

    Una preghiera per don Roberto nel terzo anniversario del suo ritorno al Padre.

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  3. sr Alida

    Adorare una persona Gesù, la fede è incontrare Lui, ascolto, dialogo… Mi manchi Signore, ci manchi… Rinnova in noi la consapevolezza della Tua presenza… Prego con voi per Carlo, Massimo e per don Roberto.

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