Martedì 16 maggio

di | 15 Maggio 2017

 Matteo  21,18-22          

 18 La mattina dopo, mentre rientrava in città, ebbe fame. 19 Vedendo un albero di fichi lungo la strada, gli si avvicinò, ma non vi trovò altro che foglie, e gli disse: «Mai più in eterno nasca un frutto da te!». E subito il fico seccò. 20 Vedendo ciò, i discepoli rimasero stupiti e dissero: «Come mai l’albero di fichi è seccato in un istante?». 21 Rispose loro Gesù: «In verità io vi dico: se avrete fede e non dubiterete, non solo potrete fare ciò che ho fatto a quest’albero, ma, anche se direte a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, ciò avverrà. 22 E tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete».

Commento

Strana storia questa del fico. Seccato per un ordine del Signore che passa per la strada e ne vuole cogliere i frutti e non vede che foglie. Forse ne possiamo cogliere il significato dentro il contesto di tutto il capitolo 21. In particolare al riferimento circa il tempio di Gerusalemme che, proprio perché è diventato un luogo di mercato e non di grazia sembra come un fico con tante foglie, ma nessun frutto. Questo mi sembra ci avverta che questo fico senza frutti rappresenta la situazione di Israele e il giudizio che a Israele viene dalla presenza, dall’insegnamento e dalle opere del Signore Gesù. Simbolicamente allora la fame del signore Gesù è la fame di amore di un Dio che cerca l’uomo e i frutti buoni della sua vita, ma non ne trova. Il Signore ha fame e sete di noi! Oppure si può intendere questa fame come il suo farsi carico e interpretare la grande “fame” del mondo: fame di salvezza e di pace. Fame di liberazione dal male e dalla morte, fame di vita nuova. Mi sembra che anche oggi questa domanda si debba porre: il mondo può ancora trovare nutrimento presso di noi cristiani, per le domande, i bisogni e i drammi del nostro tempo? Gesù, affamato, non trova che foglie! E d’altra parte talvolta il peso di una tradizione millenaria e di una struttura immensa e complessa come quella della chiesa, ci sembra difficile – forse impossibile – da smuovere. Ed è a questo punto che Gesù trasferisce l’episodio che ha stupito i discepoli in un orizzonte globale di fede. La fede è capace di smuovere anche le montagne e di scaraventarle nel mare.

Preghiamo

Preghiamo per la chiesa.

3 pensieri su “Martedì 16 maggio

  1. sr Rita

    Mammamia!!!Sei l Signore ogni volta che passa davanti alla mia pianta e non vede frutti dice parole di maledizione….sarei morta già da tempo. E poi quanti fichi secchi incontreremmo sulla strada. Colgo un invito a dare frutto sempre, nella stagione della giovinezza e in quella della vecchiaia. Non c’è stagione che impedisca alla vita di fiorire e dar frutti di amore, di letizia, di fraternità. Prego per Sr Anna che ritorna in Brasile dopo un tempo di riposo in Italia e per la madre Generale che torna dal Congo.

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  2. . Elena

    Meglio darsi da fare, mi vien da dire!!!
    Però credo davvero che lo sguardo di Gesù abbia una ben più grande ampiezza. Ha senso andare fino in fondo poiché c’è stata data una vita rigogliosa. Ed anche dove il rigoglio non c’è più, che lavorino la dolcezza e la calma dell’esperienza. Che ogni vita día frutto, perché questo è il compito che ciascuna vita porta, lunga o breve che sia….
    Mi unisco alle comuni intenzioni di preghiera e ricordo Antonio nel giorno del suo compleanno!

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  3. sr Alida

    Il fico,come i tralci che non portano frutto vengono tagliati perchè portino più frutto ….Un dio che cerca frutti buoni dalla mia vita..e non ne trova..Cerca frutti buoni da me ,per collaborare alla nostra salvezza .Quanta fiducia pone in noi il Signore per questo servizio d’amore…Aiutaci ,Signore a non tradire questa fiducia ,e ad essere quella Chiesa che dà ,si ,frutto ad ogni tempo ,nuovo ,al passo dell’uomo d’oggi che ha fame di pane ,ma ancor più d’amore .Mi unisco alla preghiera per la Chiesa ,per sr Anna , per la madre Generale ,per Antonio .

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