Lc. 9,1-9
1 Egli allora chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demòni e di curare le malattie. 2 E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi. 3 Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno. 4 In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il cammino. 5 Quanto a coloro che non vi accolgono, nell’uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di essi». 6 Allora essi partirono e giravano di villaggio in villaggio, annunziando dovunque la buona novella e operando guarigioni.
7 Intanto il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risuscitato dai morti», 8 altri: «È apparso Elia», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». 9 Ma Erode diceva: «Giovanni l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire tali cose?». E cercava di vederlo.
Commento
Anche in questa occasione il brano è come suddiviso in 2 sezioni. Nella prima si parla della chiamata dei dodici, nella seconda di Erode e di quanto pensa di Gesù. Forse il legame tra le due parti è ancora legato alla vicenda del seme. Dove il seme trova un terreno fertile produce buoni frutti, dove invece trova solo terreno arido allora produce frutti cattivi. Mi sembra che possiamo dire che nella prima parte il terreno buono che è il cuore dei discepoli che sono chiamati produce frutto buono di liberazione dal male, di cura delle malattie, di vittoria sul male. La stessa chiamata dei dodici è frutto buono perché il seme ha trovato un terreno buono che è il cuore dei discepoli disposti ad obbedire alla parola e a seguire il Signore Gesù. Dall’altra parte noi abbiamo il seme che cade in un terreno cattivo che è il cuore di Erode, il tetrarca. Qui il seme produce solo curiosità. Chi è Gesù ci si domanda. Ma non solo curiosità, ma anche incomprensione, fatica a capire chi è Gesù. In questo testo ancora una volta si ribadisce quanto è importante per l’uomo essere terreno buono per accogliere il seme della parola e dare buoni frutti.
Preghiamo
Preghiamo per l’Italia
È bello come Gesù inviti i suoi amici e discepoli a non possedere nulla, li riporta all’essenzialità, come se la Parola fosse già tutto ciò di cui un uomo ha bisogno. Il resto viene da sé, ne è conseguenza di condivisione e fraternità.
Ed è triste come Erode, che già si è “occupato” di Giovanni, adesso sia turbato da quest’uomo, Gesù, del quale nulla sa e nulla capisce, ma del quale ha sostanzialmente paura.
Possiamo accoglierti, Signore, nella gioia o nel turbamento…. Personalmente preferisco la gioia perché so che ciò che mi proponi è bello ed è buono per me e per ogni essere umano.
Il richiamo all’essenziale è importante… Penso aiuti a ricercare il vero progetto e chiamata che il Padre ci affida attraverso Gesù ed a benediro in ogni tempo…. Preghiamo per l’Italia per le sue vittorie e per le sue perdite.