Martedì 11 luglio

di | 10 Luglio 2017

home2Mt 27,57-61                                                                 

57 Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatea, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. 58 Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. 59 Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito 60 e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. 61 Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria.

Commento

Gesù è deposto nel sepolcro. Questo secondo la tradizione ebraica. Si fa avanti questo Giuseppe D’arimatea che è discepolo del signore. Insieme a Nicodemo penso possiamo considerare questo uomo uno dei discepoli della notte, cioè di coloro che accedono alla fede attraverso la notte della fede qui narrata dalla morte e sepoltura di Gesù. La notte del sepolcro, ma anche la notte dell’attesa di un grande evento quale la resurrezione. Insomma una notte che si affaccia sulla resurrezione di Gesù e sulla apertura alla fede in Dio Padre. Il testo ci ha consegnato l’umanità di Gesù nella sua morte e nel suo ultimo atto di affidamento al Padre. Ma questo testo della sepoltura di Gesù ci consegna anche la profezia che Gesù vince il male e sconfigge la morte. È sceso nel punto più basso della vicenda umana quale è il sepolcro e la morte per portare fuori dal male ogni uomo. Ancora una volta la scena si conclude con il regalo di due donne che stanno di fronte alla tomba. Ho letto che le donne sentono prima e meglio, in maniera più intensa le emozioni e percepiscono le cose nascoste tra le pieghe dei misteri della vita. Forse è per questo che Maria di Magdala e l’altra Maria stanno li di fronte al sepolcro. Sono in attesa un evento nuovo. Gli uomini invece se ne sono già tornati alle loro occupazioni. Noi diciamo delle donne più sognatrici e degli uomini più realisti. Il vangelo ci dice invece che le donne vivono la speranza e gli uomini la rassegnazione.

Preghiamo

Preghiamo per don Gatti che ci ha lasciato

3 pensieri su “Martedì 11 luglio

  1. sr Alida

    Che coraggio Giuseppe d’Airmatea Pensando alle donne che rimangono al sepolcro vuoto ..quasi presumo dicano :”non è finita così” sanno che che prima o poi avverrà quacosa …..Così si alimenta la speraza …nella risurrezione….affidiamo con Gesù l’umanità al Padre….Nelle mani di Dio Padre anche l’anima di don Gatti

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  2. sr Rita

    Giuseppe di Arimatea fa molto per il corpo morto di Gesù. Ma alla fine se ne va. Ha fatto il bene, è conclusa una storia di un uomo straordinario, ma ora la pietra rotolata sul sepolcro ha messo fine a tante cose. Ma non finisce così. Gesù riornerà presto e sarà di nuovo vita piena. Vita che auguriamo a don gatti. E’ anche il giorno di S. Benedetto. Preghiamo per chi porta questo nome e per chi vive il carisma del lavoro e della preghiera.

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  3. . Elena

    Ancora gesti di pietà e delicatezza, un uomo che regala al Cristo il suo sepolcro nuovo. E queste donne silenti e addolorate ma chenon non mollano l’amato di fronte a nulla. In questo la tenacia e la fede di un amore, che diventa attesa, speranza. Sì, le donne pre-sentono ed aspettano, sono silenziose nell’osservare o forse piangono, ma sono presenti, sempre. Che ci venga dato il dono del pre-sentire e dell’esserci, nei confronti di ogni essere umano che ci viene incontro nel suo dolore, nella sua fragilità, nella sua umanità.
    Prego con voi per don Gatti, riposi nella Luce!

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