martedì 10 dicembre

2 Cor. 12,11-14

11 Sono diventato pazzo; ma siete voi che mi ci avete costretto. Infatti avrei dovuto essere raccomandato io da voi, perché non sono per nulla inferiore a quei «superapostoli», anche se sono un nulla. 12 Certo, in mezzo a voi si sono compiuti i segni del vero apostolo, in una pazienza a tutta prova, con segni, prodigi e miracoli. 13 In che cosa infatti siete stati inferiori alle altre Chiese, se non in questo, che io non vi sono stato d’aggravio? Perdonatemi questa ingiustizia! 14 Ecco, è la terza volta che sto per venire da voi, e non vi sarò di peso, perché non cerco i vostri beni, ma voi. Infatti non spetta ai figli mettere da parte per i genitori, ma ai genitori per i figli.

Commento

Siamo verso la fine della lettera e Paolo sembra ormai stanco di dimostrare a se stesso e agli altri che non fa tutto questo per vanagloria, ma solo per il Signore. e probabilmente è proprio solo di questo che Paolo vuole parlare. La riluttanza di Paolo è espressa nelle parole di apertura di questo capitolo: certo il vantarsi non mi è di alcun giovamento. Paolo è stanco di scrivere di sé stesso! Preferirebbe scrivere di Gesù, ma la mentalità mondana che ha portato i cristiani di Corinto a disprezzare Paolo li ha portati anche a disprezzare anche Gesù, anche se non se ne erano accorti. Quello che possiamo dire con tutta certezza è che Paolo anche se può essere giudicato un pazzo è tutto afferrato dall’impresa di testimoniare Gesù. anche se tutti lo possono criticare lui non verrà meno a questo impegno. Ed è per queto motivo che ha già messo in conto di andare per la terza volta a Corinto. Nella sua prima visita a Corinto, Paolo fondò la chiesa e vi rimase un anno e sei mesi (Atti 18:11). La sua seconda visita fu breve e dolorosa, tra la stesura di 1 Corinzi e 2 Corinzi. Ora era pronto ad andare da loro per la terza volta.

Preghiamo

Preghiamo per Carlo