lunedì 8 maggio

di | 7 Maggio 2017

I discepoli di Emmaus – Arcabas

 Matteo 20,1-16                                     

 1 Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. 2 Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. 3 Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, 4 e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. 5 Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. 6 Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. 7 Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. 8 Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. 9 Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. 10 Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. 11 Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone 12 dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. 13 Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? 14 Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: 15 non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. 16 Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Commento

Credo che per come è costruita la parabola non c’è niente da dire dal punto di vista sindacale. La cifra che è pattuita con i primi viene rispettata e di conseguenza non si può parlare di un torto subito. Si può invece parlare di un eccesso di generosità da parte del padrone che partendo dagli ultimi paga questi come i primi. Questo è lo strabiliante. Oggi chi riesce a pagare in questo modo deve essere un pazzo e deve essere messo bene con i soldi. Da qui tiro fuori questa riflessione: vi è un Signore che è Dio che promette un dono e che promette in maniera larga, unica, e che promette a tutti, ai primi come agli ultimi. Questo modo di ragionare e di agire del Signore mi porta a dire che la logica del signore non è quella quantificabile in ore, ma in passione, in un esserci dentro la vigna del Signore anche se per un ora sola. Non è un criterio mercantile, ma di dono. Qui parliamo dell’opera cristiana, che è sempre attiva, in ogni istante. Il cristiano opera sempre da cristiano. Agisce sempre secondo il vangelo. Quindi la discriminante non è quante ore ho fatto per Gesù, per la vita cristiana, ma il criterio ultimo è se ho operato anche solo per un’ora secondo il vangelo. Nella risposta finale di Gesù, risposta per altro molto dura, emerge il vero problema. Infatti il padrone dice a colui che protesta “…oppure il tuo occhio è cattivo perché io sono buono?”. E’ il dramma della radicale disomogeneità tra il nostro piccolo e freddo cuore e l’infinito amore di Dio. Quello che di Dio, del Padre di Gesù, è più difficile da accogliere è la sua misericordia, tanto è vero che in nome di questa fatica ad accogliere la sua misericordia è stato messo in croce.

Preghiamo

Preghiamo per Pierangelo il papà di Alessandro Messi che ci ha lasciati

3 pensieri su “lunedì 8 maggio

  1. . Elena

    La cosa bella è lavorare nella vigna del Signore. Non tutti sono chiamati alla stessa ora e forse non hanno colpa per questo. La misericordia e l’amore di Dio superano ogni logica, ogni conteggio, ogni nostra capacità di comprensione razionale. Non fa torti se vuole che tutti possano avere di che vivere e la sua grazia è per tutti, generosa. Bando alle meschinità e ai confronti. Perché non riusciamo ad essere felici per il bene che anche gli altri ricevono?
    Prego per Pierangelo e per Alessandro e famiglia…. Chiedo una preghiera per mia figlia Chiara.

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  2. sr Alida

    Quanta pazienza ha il Signore ,nel prenderci a servizio ad ogni ora, , così come siamo ,per di piu’ si fida di noi …..che fortuna ,si ,
    lavorare nella Sua vigna .Mi unisco alla preghiera per Pierangelo e famiglia e per Chiara .

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  3. sr Rita

    Qui in Brasile ogni giorno quando accompagno a scuola le bambine vedo un gruppo di persone al punto CHAPA che aspettano qualcuno che li chiami a lavorare. Capisco il senso della parabola di Gesù. Ciascuno di loro ha bisogno di lavorare, anche solo un’ora, per portare qualcosa da mangiare alla famiglia. E si accontentano di poco. Immagino la sorpresa dei lavoratori dell’ultima ora della parabola quando si vedono recapitare un salario intero. Io penso a queste persone più che all’invidia di quelli della prima ora. Che possiamo sempre tenere lo sguardo su chi ha bisogno di tutto e d è contento anche del poco. Prego per Alessandro e famiglia

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