lunedì 4 febbraio

di | 3 Febbraio 2019

giobbeGiobbe 33,1-18

[1]Ascolta dunque, Giobbe, i miei discorsi,
ad ogni mia parola porgi l’orecchio.
[2]Ecco, io apro la bocca,
parla la mia lingua entro il mio palato.
[3]Il mio cuore dirà sagge parole
e le mie labbra parleranno chiaramente.
[4]Lo spirito di Dio mi ha creato
e il soffio dell’Onnipotente mi dà vita.
[5]Se puoi, rispondimi,
prepàrati davanti a me, stà pronto.
[6]Ecco, io sono come te di fronte a Dio
e anch’io sono stato tratto dal fango:
[7]ecco, nulla hai da temere da me,
né graverò su di te la mano.
[8]Non hai fatto che dire ai miei orecchi
e ho ben udito il suono dei tuoi detti:
[9]«Puro son io, senza peccato,
io sono mondo, non ho colpa;
[10]ma egli contro di me trova pretesti
e mi stima suo nemico;
[11]pone in ceppi i miei piedi
e spia tutti i miei passi!».
[12]Ecco, in questo ti rispondo: non hai ragione.
Dio è infatti più grande dell’uomo.
[13]Perché ti lamenti di lui,
se non risponde ad ogni tua parola?
[14]Dio parla in un modo
o in un altro, ma non si fa attenzione.
[15]Parla nel sogno, visione notturna,
quando cade il sopore sugli uomini
e si addormentano sul loro giaciglio;
[16]apre allora l’orecchio degli uomini
e con apparizioni li spaventa,
[17]per distogliere l’uomo dal male
e tenerlo lontano dall’orgoglio,
[18]per preservarne l’anima dalla fossa
e la sua vita dalla morte violenta.

Commento

In questo tentativo di argomentazione di Eliù si prende una strada che non è immediatamente quella classica che abbiamo  visto fino ad ora, e cioè la legge della retribuzione: al bene corrisponde benessere al male malessere e sventura. Queste argomentazioni  abbiamo visto che non hanno retto il confronto con Giobbe. La tesi di Elihu più originale – ben nota alla tradizione sapienziale di Israele, ma quasi del tutto assente nelle argomentazioni dei tre amici di Giobbe – riguarda il ruolo salvifico della sofferenza, che Dio manda per migliorare e convertire le creature: Dio corregge l’uomo anche con il dolore, come fa un buon padre o un buon educatore nei confronti di un giovane. Esiste una sofferenza che educa. Ma anche questa tesi è debole, dimostra tutta la sua fragilità, tutta la sua insicurezza. Può Dio far provare dolore per correggere un uomo? Quando nelle religioni prevale una lettura salvifica della sofferenza e del dolore, cioè Dio salva passando attraverso il dolore e quindi il dolore è necessario per la salvezza, appare sempre la tentazione di non fare di tutto per alleviare la sofferenza umana e dei poveri. E possono anche insinuarsi l’idea e la prassi che sia bene lasciare le persone nelle loro sofferenze perché alleviarle o eliminarle potrebbe far perdere al sofferente la possibilità di salvarsi. Giobbe, invece, sta aspettando un altro Dio, che non sia la causa della sofferenza degli uomini, e noi con lui. Un volto di Elohim che è compagno di viaggio di chi soffre, che ha compassione di lui, e se ne prende cura.

Preghiamo

Preghiamo per il papa impegnato in questo nuovo viaggio per la prima volta negli emirati arabi.

2 pensieri su “lunedì 4 febbraio

  1. srAlida

    Un volto di Dio compagno di viaggio di chi soffre ,sene prende cura e ha compassione …..Continua a realizzare questo progetto in Papa Francesco in questo nuovo viaggio e aiuta anche noi nel prenderci a cuore chi ci affidi ….Preghiamo per il Venezuela e per i popoli che si trovano in simili condizioni ,per le violenze che si ripetono ogni giorno ,per chi è vittima di calamità naturali ..

    Rispondi
  2. . Elena

    A volte mi chiedo, come può Dio essere compreso ed interpretato dagli esseri umani? Come riusciamo a fargli dire e fare ciò che noi vogliamo???
    Accompagno con voi il Papa ,in questa delicata missione ,nella preghiera.

    Rispondi

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