lunedì 31 luglio

di | 30 Luglio 2023

Matteo 13, 53-58

Terminate queste parabole, Gesù partì di là. 54Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: “Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? 56E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?”. Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua”. E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Commento

Terminate le parabole si apre come un nuovo tempo. Lo potremmo chiamare così: il tempo in cui lentamente si svela il segreto del messia. La gente rimane stupita dell’insegnamento, delle parole, dai miracoli compiuti da Gesù. La questione che si apre proprio nella sua casa, nella sua patria è quella che questa gente non apre il cuore alla sua parola. E quindi Gesù qui non si fa conoscere, non compie molti miracoli. La sua gente lo conosce bene e forse questo è il vero problema: conoscere troppo bene una persona alla fine crea dei pregiudizi. Il tema vero che si pone da adesso in avanti non è quello di rimanere meravigliati o meno per i suoi miracoli, ma quello di riconoscere che lui è il messia, l’unto del Signore che salva l’uomo con la croce. I suoi concittadini di Nazareth lo conoscono come il figlio del falegname e della madre Maria, loro si fermano qui, non vanno oltre questo. Quando pensiamo di conoscere già il Signore e quando riteniamo di non avere più niente da imparare è il momento in cui non potremo mai riconoscere Gesù come il nostro salvatore.

Preghiamo

Preghiamo per i malati

2 pensieri su “lunedì 31 luglio

  1. Elena

    Quante volte capita anche a noi di non essere ascoltati e creduti dalle persone a noi più vicine, da chi pensavamo avesse fiducia in noi perché ci conosce da tempo, o da sempre… Difficile essere profeti in casa propria. Lascia l’amaro in bocca e si sente il desiderio di prendere le distanze. Forse, pensiamo, non ci meritano….
    Aldilà del merito o meno, tutti sentiamo il desiderio di poter esprimere ciò che siamo, ciò che pensiamo e portiamo dentro. Tutti abbiamo necessità di essere riconosciuti, altrimenti sentiamo di essere “sprecati”. Sarà capitato anche a Gesù? La fiducia, il riconoscimento sono cose libere, spontanee, non vogliono pregiudizi, vogliono un sentito, un qualcosa che entra dritto nel cuore, che attraversa lo sguardo e arriva all’anima.
    Preghiamo per chi soffre nella malattia e nella solitudine.

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  2. srAlida

    Vi è sempre tanto da imparare non solo nella conoscenza delle persone, e nel concreto della vita….poni in me Signore e in noi una consapevolezza umile e semplice della tua presenza che sempre ci ama sopratutto ti preghiamo per gli ammalati

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