lunedì 30 agosto

Lc. 13, 34-35

34 Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che sono mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una gallina la sua covata sotto le ali e voi non avete voluto! 35 Ecco, la vostra casa vi viene lasciata deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più fino al tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».

Commento

I primi versetti sono una ripetizione rispetto a venerdì. Li ho lasciati per capire meglio il testo finale del capitolo 13. Queste parole sono come una accorata preghiera rivolta a Gerusalemme. Gerusalemme, Gerusalemme …. Forse più che il genere preghiera qui possiamo parlare del genere lamentazione. Quando si parla di lamentazione nella parola sacra non si vuole intendere la nostra tipica lamentela contro tutti e tutti, ma è un genere di afflizione. Come quando una madre dice a suo figlio: figlio mio perché non mi hai ascoltato? Gesù cerca di raccogliere sotto la sua ala tutti i figli di Gerusalemme, ma essi se ne vanno via, si allontanano. La casa di Gerusalemme rimarrà deserta, vuota. Forse in questo testo si intravede la distruzione di Gerusalemme ad opera dei Romani nell’anno 70 d. C. O forse è solo l’immagine del Signore Gesù che muore in croce e che lascia la casa di Israele deserta, senza la sua presenza, fino alla sua resurrezione, quando tornerà per donare lo spirito santo, spirito di vita. Abbiamo detto che questo capitolo ci descrive come Gesù affronta la storia e il male che sta in essa. Non come Pilato e nemmeno come Erode che pensano alla forza, ma come Lui stesso a scelto, di fare cioè con la croce, con il dono di sé. Il male del mondo lo si vince con il bene che ogni credente può compiere.

Preghiamo

Preghiamo per la pace