Lunedì 21 novembre

di | 20 Novembre 2016

fiorisiracide 42,1-14

1bDelle cose seguenti non ti vergognare 
e non peccare per rispetto umano:
2della legge dell’Altissimo e dell’alleanza,
della sentenza che giustifica l’empio,
3dei conti con il socio e con i compagni di viaggio,
di dare agli altri l’eredità che spetta loro,
4dell’esattezza della bilancia e dei pesi,
di fare acquisti, grandi o piccoli che siano,
5della contrattazione sul prezzo dei commercianti,
della frequente correzione dei figli
e di far sanguinare i fianchi di uno schiavo pigro.
6Con una moglie malvagia è opportuno il sigillo,
dove ci sono troppe mani usa la chiave.
7Qualunque cosa depositi, contala e pesala,
il dare e l’avere sia tutto per iscritto.
8Non vergognarti di correggere l’insensato e lo stolto
e il vecchio molto avanti negli anni accusato di fornicazione;
così sarai veramente assennato
e approvato da ogni vivente.

Per il padre una figlia è un’inquietudine segreta,
il pensiero di lei allontana il sonno:
nella sua giovinezza, perché non sfiorisca,
una volta accasata, perché non sia ripudiata,
10finché è vergine, perché non sia sedotta
e resti incinta nella casa paterna,
quando è maritata, perché non cada in colpa,
quando è accasata, perché non sia sterile.
11Su una figlia ribelle rafforza la vigilanza,
perché non ti renda scherno dei nemici,
motivo di chiacchiere in città e di rimprovero fra la gente,
così da farti vergognare davanti a tutti.
12Non considerare nessuno solo per la sua bellezza
e non sederti insieme con le donne,
13perché dagli abiti esce fuori la tignola
e dalla donna malizia di donna.
14Meglio la cattiveria di un uomo che la compiacenza di una donna,
una donna impudente è un obbrobrio.

Commento

Ecco un elenco di cose e di azioni di cui non ci si deve vergognare: io sottolieneo l’osservanza della legge. Il testo ci chiede di osservare la legge e di praticare la giustizia e come conseguenza di non avere vergogna di emettere giuste sentenze. Se pensiamo che la cultura dominante  del tempo era quella greca, queste parole sono un ammonimento a rimanere fedeli alla religione ebraica. Anche oggi di fronte ad un mondo che propone una visione della vita a volte diversa da quella cristiana veniamo come ammoniti dal testo di Siracide a rimanere fedeli alla parola della sacra scrittura, di resistere alla mondanità (il pensiero del mondo moderno) e di arrenderci per fede alla parola di Dio. Certo siamo chiamati a dialogare con questo mondo, ma consapevoli di chi siamo noi. Certo anche noi viviamo dentro questo mondo e ne assorbiamo tutte le contraddizioni, ma dobbiamo anche essere capaci di non essere della mentalità di questo mondo. Mi domando tante volte quali possono essere i gesti che devo mettere in atto per dire che sono di questo mondo, ma che appartengo ad altro che è diverso da questo mondo. Forse non ci sono grandi gesti, ma piccoli gesti quotidiani di rispetto dell’altro, dell’ambiente, gesti di vicinanza e di onestà, gesti di cura e di impegno nella generosità. Vivo in questo mondo ma vivo il vivere quotidiano da credente.

Preghiamo

Preghiamo per Francesco e i suoi amici.

3 pensieri su “Lunedì 21 novembre

  1. sr Rita

    Leggendo il testo di Siracide, mi pare di risentire i discorsi di mia mamma su come comportarsi e su cosa evitare. Quando le mie sorelle crescevano, erano fidanzate, si sposavano mia mamma sempre faceva raccomandazioni tipo Siracide e in casa commentava le sue preoccupazioni per quello che sarebbe potuto accadere loro. A me sembravano preoccupazioni esagerate, ma col senno di poi devo riconoscerne la ragione e la sapienza.
    Preghiamo perché restiamo fedeli all’alleanza con Dio, legge buona per una vita virtuosa.

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  2. sr.Alida

    Come comportarsi ,cosa evitare..Dialogare con il mondo ,ma non essere del mondo …quest’ultima espressione non è cosa facile ..e vivere da credente è comunque una grossa opportunità …picoli gesti quotidiani ,di rispetto ,di vicinanza,cura ,generosità …..lasciare che la Luce ci illumini per essere tali…mi unisco alla preghiera per essere fedeli all’alleanza e per Francesco e i suoi amici .

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  3. Elena

    “E non peccare per rispetto umano”….
    Spesso medito su questo ” rispetto umano”, che altro non è, secondo me, adeguamento a ciò che tutti pensano, credono, vogliono, sottoscrivono, per apparire in in modo piuttosto che in un altro. Per rispetto umano si perde genuinità, coerenza, libertà di pensiero, originalità, sapienza…. si vive da pecore più che esseri umani pensanti e ragionevoli.
    Le parole di Siracide sono come le parole di una madre e di un padre. Nascono da osservazione, conoscenza, sapienza, esperienza… relative al tempo in cui sono state scritte, certo, ma ben profonde e radicate nella legge. Una legge ricorrente, nei secoli , che attraversa culture e religioni diverse. Il rispetto umano limita l’uomo e lo impoverisce. La saggezza lo arricchisce. L’amore di Dio lo riempie e dà un senso nuovo alla sua vita. Alla nostra vita. Penso sempre che siamo fortunati, noi abbiamo conosciuto il Cristo, che rende nuova anche la legge antica , si ribella al rispetto umano degli ipocriti e permea ogni azione ed ogni vissuto dell’amore del Padre. Prego secondo le comuni intenzioni ed offro questo nuovo giorno affinché abbia un senso nell’amore vissuto.

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