lunedì 20 aprile

di | 19 Aprile 2015

Giovanni 6,22-29

Il gihome2orno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù.

Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

Commento

È interessante sottolineare, alla fine del brano evangelico di oggi, la risposta di Gesù a proposito delle “opere di Dio” nei confronti dei Giudei. Essi infatti chiedono a Gesù: “Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?”. Ed egli risponde che c’è una sola opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato.  I Giudei si reputavano molto bravi nel fare le opere di Dio. Essi pensavano ai comandamenti dati da Dio a Mosè, che osservavano con scrupolosità, pretendendo inoltre la ricompensa divina. Gesù invece parla di un’opera che soltanto Dio può compiere: credere nel Messia inviato dal Padre.  Come i Giudei, anche molti cristiani del nostro tempo sono indaffarati e affannati nel moltiplicare le “opere di Dio”, col rischio finale di esaurirsi nel fare e in uno sterile agitarsi, dimenticando Dio.  È proprio di questo che dobbiamo preoccuparci: di accogliere l’opera di Dio in ciascuna delle nostre opere e di essere aperti a ricevere la fede, dono di Dio in ogni opera che compiamo con il suo aiuto.
Siamo veri cristiani e discepoli se, in ogni opera che compiamo, lasciamo che Dio instauri in noi un legame di fede totale e di abbandono in Lui, in modo che ogni nostra azione sia l’occasione propizia per staccarci da noi stessi e dal nostro protagonismo per appoggiarci sempre di più su Gesù, il Signore Risorto.

Preghiamo

Preghiamo per le nuove vittime del mar Mediterraneo e ringraziamo tutti coloro che si prestano nelle opere di soccorso, accoglienza e servizio verso tutti questi uomini e donne.

2 pensieri su “lunedì 20 aprile

  1. Elena

    Ci viene chiesto di credere, mentre gli apostoli chiedono come agire, come fare le opere di Dio.
    Basta credere per operare la Misericordia?
    Forse sì, se la fede ti porta a pensare che non può esserci una comprenetrazione diversa tra le due cose, se unisci la parola all’agire, se vivi il cristianesimo dal di dentro e non dal fuori…
    Mi unisco al dolore per la nuova realtà italiana, che non può più essere talmente drammatica…”CIMITERO MEDITERRANEO”, lo hanno definito…
    Basta credere per essere in linea col Cristo????
    Elena.

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