lunedì 17 febbraio

di | 16 Febbraio 2025

Ger. 21,1-22,9

21,1 Ecco la parola che fu rivolta a Geremia da parte del SIGNORE, quando il re Sedechia gli mandò Pascur, figlio di Malchia, e Sefania, figlio di Maaseia, il sacerdote, per dirgli: 2 «Ti prego, consulta per noi il SIGNORE; poiché Nabucodonosor, re di Babilonia, ci fa la guerra; forse il SIGNORE farà in nostro favore qualcuna delle sue meraviglie, in modo che si ritiri da noi».
3 Allora Geremia disse loro: «Direte così a Sedechia: 4 “Così parla il SIGNORE, Dio d’Israele: ‘Ecco, io sto per far rientrare nella città le armi di guerra che sono nelle vostre mani e con le quali voi combattete, fuori delle mura, contro il re di Babilonia e contro i Caldei che vi assediano, e le raccoglierò in mezzo a questa città. 5 Io stesso combatterò contro di voi con mano distesa e con braccio potente, con ira, con furore, con grande indignazione. 6 Colpirò gli abitanti di questa città, uomini e bestie, e moriranno di un’orrenda peste. 7 Poi’, dice il SIGNORE, ‘io darò Sedechia, re di Giuda, e i suoi servitori, e il popolo, e coloro che in questa città saranno scampati alla peste, alla spada e alla fame, in mano di Nabucodonosor re di Babilonia, in mano dei loro nemici, in mano di quelli che cercano la loro vita. Nabucodonosor li passerà a fil di spada; non li risparmierà, e non avrà né pietà né compassione'”.  8 A questo popolo dirai: “Così parla il SIGNORE: ‘Ecco, io pongo davanti a voi la via della vita e la via della morte. 9 Colui che rimarrà in questa città morirà di spada, di fame o di peste; ma chi ne uscirà per arrendersi ai Caldei che vi assediano vivrà, e avrà la vita come suo bottino. 10 Io infatti volgo la mia faccia contro questa città per farle del male e non del bene, dice il SIGNORE; essa sarà data in mano al re di Babilonia, ed egli la darà alle fiamme'”.
11 Alla casa dei re di Giuda di’: “Ascoltate la parola del SIGNORE:
12 Casa di Davide, così dice il SIGNORE:
Amministrate la giustizia fin dal mattino,
liberate dalla mano dell’oppressore colui al quale è tolto il suo,
affinché l’ira mia non divampi come fuoco
e arda al punto che nessuno la possa spegnere,
per la malvagità delle vostre azioni.
13 Eccomi contro di te,
o abitatrice della valle, roccia della pianura”,
dice il SIGNORE.
“Voi dite: ‘Chi scenderà contro di noi?
Chi potrà entrare nelle nostre abitazioni?’
14 Io vi punirò secondo il frutto delle vostre azioni”, dice il SIGNORE;
“appiccherò il fuoco a questa selva di Gerusalemme,
ed esso divorerà tutto quello che la circonda”».

22,1 Così parla il SIGNORE: «Scendi nella casa del re di Giuda, e là pronuncia questa parola: 2 “Ascolta la parola del SIGNORE, o re di Giuda, che siedi sul trono di Davide: tu, i tuoi servitori e il tuo popolo, che entrate per queste porte! 3 Così parla il SIGNORE: ‘Esercitate il diritto e la giustizia; liberate dalla mano dell’oppressore colui al quale è tolto il suo; non fate torto né violenza allo straniero, all’orfano e alla vedova; non spargete sangue innocente, in questo luogo. 4 Infatti, se metterete realmente in pratica questa parola, dei re a cui appartiene il trono di Davide entreranno per le porte di questa casa su carri e su cavalli: entreranno essi, i loro servitori e il loro popolo. 5 Ma, se non date ascolto a queste parole, io giuro per me stesso’, dice il SIGNORE, ‘che questa casa andrà in rovina’”».
6 Poiché così parla il SIGNORE riguardo alla casa del re di Giuda:
«Tu eri per me come Galaad, come la vetta del Libano.
Ma, certo, io ti ridurrò simile a un deserto,
a delle città disabitate.
7 Preparo contro di te dei devastatori, armati ciascuno delle sue armi;
essi abbatteranno i cedri tuoi più belli
e li getteranno nel fuoco.
8 Molte nazioni passeranno presso questa città,
e ognuno dirà all’altro:
“Perché il SIGNORE ha fatto così a questa grande città?”
9 Si risponderà: “Perché hanno abbandonato
il patto del SIGNORE, del loro Dio;
perché si sono prostrati davanti ad altri dèi e li hanno serviti”».

Commento

Siamo come al discoro finale. Prima Geremia parla al re Sedecia e poi a tutto il popolo di Giuda. Vede ormai l’invasore Assiro e predice la fine, ma soprattutto annuncia la catastrofe finale della città di Gerusalemme. Le profezie di Geremia non ci sono riportate nell’ordine in cui sono state pronunziate. Questa ci trasporta ora al tempo dell’ultimo regno di Giuda. Attaccato dal suo temibile nemico Nabucodonosor, il re Sedecia manda due delegati al profeta per pregarlo di consultare il profeta perché parli nel nome del Signore. il re non riceve risposte confortanti e decide di ignorare le parole di Geremia. Il profeta insiste per la sua strada: vi era stata una promessa fatta al re Davide, bastava rimane fedele a quel patto, a  quell’alleanza, ora invece tutto è rovinato perché gli ultimi re non rinnovano questa alleanza, si allontanano dal Signore, fanno altre scelte e qui tutto ormai va verso la fine. e insieme ai re anche tutto il popolo.Come sento attuali queste parole di Geremia, come anche oggi rischiamo di perdere tutto perché pensiamo che non serva più a niente fidarsi del Signore

Preghiamo

Preghiamo per Massimo

2 pensieri su “lunedì 17 febbraio

  1. sr Alida

    Quando manca qualcosa che dura, che non passa… Più faticoso vivere, in genere il bene rimane per sempre. Affidarsi a un ‘alleanza con Dio, questo da senso alla vita, ci si rialza se si cade, ci si ritrova sulla strada giusta del bene perché ci lasciamo condurre dal Bene Sommo. Mentre ti preghiamo per Massimo, per Papa Francesco poni nei nostri cuori la Tua speranza di un mondo migliore, una rinnovata richiesta di pace.

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  2. Elena

    Durissime le parole del profeta. Senza scampo. Insegnando storia per tanti anni ho sempre invitato i ragazzi a cercare i motivi per cui cadono popoli, culture, imperi. E i ragazzi più intuitivi rispondono: perché non c’è più la forza iniziale di chi si mette insieme credendo in un progetto, in qualcosa che li tenga uniti. A me viene in mente la parola “mollezza”. Dove tutto diventa molle, si allenta, è facile penetrare. Dove non c’è unità e forza morale ed etica, è facile fare brezza. Credo poco nella volontà distruttiva e vendicativa di Dio, credo piuttosto nelle scelte sbagliate di uomini e donne che non vedono più un bene comune, allentano la tenuta dei propri impegni e dei propri valori, svendendosi al miglior offerente o lasciandosi sopraffare dal prepotente di turno. Mollezza, fragilità che diventa forza di altri e dominio. Difficili le questioni umane che credo il Signore ci lasci trattare da soli, con le nostre beate o scellerate decisioni, sociali, politiche, religiose. E gravissime le conseguenze che ci portano ad invocare Dio con tutti i nostri “perché?”….
    Una preghiera per Massimo e per la sua famiglia.

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