lunedì 15 aprile

di | 14 Aprile 2019

unzione-betaniaLunedì Santo – Dal Vangelo secondo Giovanni

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

Commento

Sospendiamo in questi giorni della settimana santa e durante l’ottava di pasqua il nostro commento ai salmi e rimaniamo sulle letture che la liturgia ci propone. Ecco allora il vangelo del lunedì santo con il suo commento. Il racconto dell’unzione di Gesù a Betania è uno dei più sorprendenti e delicati dell’Evangelo. Esso si colloca nell’ultima settimana della vita terrena del Signore. A compiere quest’atto unico ed irripetibile, è proprio Maria, la donna amante dell’ascolto. «Prese… cosparse… asciugò…la casa si riempì». L’azione viene descritta come al rallentatore, per consentire al lettore di assimilare la scena in tutti i suoi particolari. Sono i quattro verbi di questa azione sacra, compiuta con le mani e con i capelli, senza alcun bisogno di parole superflue. Il gesto parla eloquentemente da solo. Nell’unguento versato è Maria stessa che si versa, che consegna sé stessa, che si effonde come una profumata confessione di fede e di amore in colui che ella riconosce e chiama il suo “Signore”. Il vero protagonista del racconto è il profumo: l’unguento di nardo. Si tratta d’un olio profumato assai prezioso e genuino: una libbra d’un unguento preziosissimo, valutato da Giuda fino a trecento denari, Una cifra enorme! Ma il prezzo e il valore di questo profumo va interpretato nel suo significato più vero. È l’AMORE che è senza prezzo! Maria compie questo gesto grandioso facendosi rappresentante dell’intero corpo dei discepoli, di tutti quelli che amavano Gesù e di tutti coloro che lo avrebbero amato lungo i secoli. Con Maria di Betania finalmente l’AMORE è amato e vive. Ora il suo profumo riempie tutta la casa.

Preghiamo

Scusate ma ieri era il compleanno di don Roberto. lo ricordo oggi.

Un pensiero su “lunedì 15 aprile

  1. sr rita

    Il racconto del profumo! L’amore è profumato e profuma dove tocca. Quando è un AMORE come quello di Maria, allora anche Gesù si compiace. I verbi del profumo sono i gesti dell’amore, di ogni tipo di amore. In questa settimana, in particolare, chiedo al Signore di contagiarmi col suo profumo e di rendermi un pochino profumo per chi incontro. Per Don Roberto prego ringraziando il Signore perché la sua vita profuma davvero di amore e di offerta. Anche se ci sono i momenti “no” il profumo non smette di essere tale.

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