lunedì 1 marzo

di | 28 Febbraio 2021

Giobbe 24

1 Perché all’Onnipotente non restano nascosti i tempi,
mentre i suoi fedeli non vedono i suoi giorni?
2I malvagi spostano i confini,
rubano le greggi e le conducono al pascolo;
3portano via l’asino degli orfani,
prendono in pegno il bue della vedova.
4Spingono i poveri fuori strada,
tutti i miseri del paese devono nascondersi.
5Ecco, come asini selvatici nel deserto
escono per il loro lavoro;
di buon mattino vanno in cerca di cibo,
la steppa offre pane per i loro figli.
6Mietono nel campo non loro,
racimolano la vigna del malvagio.
7Nudi passano la notte, senza vestiti,
non hanno da coprirsi contro il freddo.
8Dagli acquazzoni dei monti sono bagnati,
per mancanza di rifugi si aggrappano alle rocce.
9Strappano l’orfano dal seno della madre
e prendono in pegno il mantello del povero.
10Nudi se ne vanno, senza vestiti,
e sopportando la fame portano i covoni.
11Sulle terrazze delle vigne frangono le olive,
pigiano l’uva e soffrono la sete.
12Dalla città si alza il gemito dei moribondi
e l’anima dei feriti grida aiuto,
ma Dio non bada a queste suppliche.
13Vi sono di quelli che avversano la luce,
non conoscono le sue vie
né dimorano nei suoi sentieri.
14Quando non c’è luce si alza l’omicida
per uccidere il misero e il povero;
nella notte va in giro come un ladro.
15L’occhio dell’adultero attende il buio
e pensa: «Nessun occhio mi osserva!»,
e si pone un velo sul volto.
16Nelle tenebre forzano le case,
mentre di giorno se ne stanno nascosti:
non vogliono saperne della luce;
17infatti per loro l’alba è come spettro di morte,
poiché sono abituati ai terrori del buio fondo.
18Fuggono veloci sul filo dell’acqua;
maledetta è la loro porzione di campo sulla terra,
non si incamminano più per la strada delle vigne.
19Come siccità e calore assorbono le acque nevose,
così il regno dei morti il peccatore.
20Lo dimenticherà il seno materno,
i vermi lo gusteranno,
non sarà più ricordato
e l’iniquità sarà spezzata come un albero.
21Maltratta la sterile che non genera,
alla vedova non fa alcun bene.
22Con la sua forza egli trascina i potenti,
risorge quando già disperava della vita.
23Dio gli concede sicurezza ed egli vi si appoggia,
ma i suoi occhi sono sopra la sua condotta.
24Salgono in alto per un poco, poi non sono più,
sono abbattuti, come tutti sono troncati via,
falciati come la testa di una spiga.
25Non è forse così? Chi può smentirmi
e ridurre a nulla le mie parole?».

Commento

Da questo punto in avanti il testo si rivela piuttosto confuso e disarmonico. È come se dovessimo saltare qua e là nel testo, per riordinare le idee. Ma la bibbia è anche questa cosa: la fatica di riordinare le idee scavando nel testo. La prima parte del capitolo 24 registra con amarezza la lunga teoria d’ingiustizie e di violazioni del diritto che sono fatte contro i poveri il cui grido sofferente vanamente sale al cielo: “Dio non presta attenzione alle loro preghiere”. Questa gran maledizione sapienziale sulla condizione sociale dell’umanità, che ha paralleli frequenti anche nelle letterature anche al di fuori della bibbia e che rivela un pessimismo essenziale nei confronti delle strutture socio-politiche, termina con un finissimo “notturno”, ideale quadro della malizia e dell’ingiustizia umana (24, 13-17). È di notte, al buio che agisce il malvagio. Egli non agisce mai alla luce del sole. Il capitolo potrebbe continuare il lamento sulla perversità umana sviluppato nella precedente porzione del cap.24. tuttavia chi studia preferisce trasferire questa parte in un altro capitolo. Vedete come la bibbia non è lineare, ma complessa? Intanto noi possiamo dire che Giobbe insiste su questa linea di difesa: se Dio è giusto non può essere che il povero è sempre più schiacciato dall’empio. Dio se è giusto deve intervenire.

Preghiamo

Preghiamo per Vittoria

3 pensieri su “lunedì 1 marzo

  1. Tiziana

    Ho ho pensato a don Roberto,ai suoi notturni di fatica,ma anche momenti di dialogo sincero e affidamento al Padre.
    Grazie per questo insegnamento.
    Prego per Vittoria e per chi sta vivendo momenti di poca chiarezza.

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  2. Elena

    Quando non ce la facciamo più, non ci resta che Dio! A Lui i nostri pensieri, le nostre considerazioni, il nostro dolore, le nostre rabbie, il nostro abbandono. Anche noi, nella sofferenza siamo confusi, poco armonici nelle nostre espressioni, poco chiari. Tutto ciò che maturiamo dentro se ne esce alla rinfusa…e solo Dio può e sa leggerlo e rimetterne a posto i pezzetti. Affidiamo al Signore chi piange, chi soffre, chi è colpito da ingiustizie.

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  3. sr Alida

    Grazie don Sandro per la spiegazione di questo tratto condivido i commenti che seguono e le intenzioni mentre prego per Vittoria, chiedo speranza nella salvezza e misericordia del Signore, di ravvivarla in noi e per chi non ce l’ha.

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