lettera di natale 3

di | 27 Dicembre 2021

Che cosa è allora speranza. Butto li delle frasi. La speranza apre la coscienza, perché nel profondo di me stesso io possa riuscire a trovare la forza e il coraggio del cambiamento. Caro Gesù, bambino tu insegni che la speranza di un mondo migliore richiede quella giusta dose di coraggio che mette in gioco la mia persona, non quella degli altri. La speranza vive, cresce, produce cambiamento nella misura in cui lega le persone, le generazioni, nella misura in cui si fanno patti di aiuto vicendevole. Non esistono piani, progetti di cambiamento e di resilienza (come diciamo noi tutti oggi) esiste un movimento corale che cambia le condizioni del nostro vivere quotidiano, dove al centro sta il bene comune. Caro Gesù Bambino, tu ci insegni che la speranza è comunità, cammino, movimento di popolo, di chiesa, non è attesa. Tu sei nato in movimento, cercando casa, cercando una mangiatoia; tu hai vissuto in movimento camminando per le terre di Palestina, fino alla croce. Tu sei stato uomo che in tutto il tuo cammino hai tessuto trame di relazioni buone, e in queste trame di relazioni buone hai offerto speranza. Insegnaci l’arte di una speranza attiva, operosa, che cambia le condizioni della vita verso un bene e una giustizia per tutti, soprattutto per i più poveri. Insegnaci a dare speranza ad un ammalato perché andiamo a trovarlo. Insegnaci a dare speranza a chi lavora perché creiamo le condizioni per un lavoro giusto e sicuro.   Insegnaci a dare speranza alle nostre famiglie perché impariamo a rispettare le scelte di ciascuno, ad ascoltare i tanti e variegati modi con cui l’amore si esprime, insegnaci ad ascoltare e amare le storie di ciascun uomo e donna che provano ad amarsi. Insegnaci a dare speranza alla scuola, perché possiamo insegnare ad essere cittadini del mondo rispettosi del creato non per moda ma per scelta. Insegnaci a dare speranza alla politica, perché possiamo diventare costruttori non degli interessi personali, ma del bene comune, cambiando il paradigma economico, dal profitto per il mio guadagno, con uno scarto dato ad altri, ad un paradigma del profitto come convivialità. Insegnaci a dare speranza alla chiesa perché diventi il luogo e lo spazio non dei distinguo, ma della casa aperta.

Un pensiero su “lettera di natale 3

  1. Renzo

    Mi piace questa lettera, tante riflessioni e direzioni da seguire.
    Forse posso semplicemente essere meno “io”?
    Meno esposizione e più fraternità?
    Grazie dSandro, e soprattutto grazie Bambino

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