intermezzo

di | 23 Ottobre 2021

Oggi siamo in Val di Non a ritirare le nostre mele. E quindi non so bene a che ora vi arriverà questa riflessione. Comunque non voglio perdere questo intermezzo e allora ci provo anche se sono poche righe sconclusionate. Namas non ha mai fatto uso dello smartphone. Prima di ammalarsi non esisteva, poi perché da ammalato non lo riteneva necessario. Sono sicuro che comunque si sarebbe divertito. Io lo uso un sacco, forse ne abuso anche, non sono un dipendente da social o roba simile, ma sicuramente lo utilizzo molto. Ieri però, soprattutto in alcuni gruppi WhatsApp, sono arrivati tanti di quei messaggi che ad un certo punto mi sono arreso e non ho letto più niente. Messaggi di chiarimento, messaggi per appuntamenti, messaggi per tutto. E su questa questione mi sono fatto una riflessione. Non è inerente ai messaggi, ma parte da lì. Don Roberto conosceva molte cose, era un lettore accanito, da quelle poche parole che diceva, forse aveva anche fatto qualche studio o corso in più rispetto alla scuola in seminario. Qui però sta la questione legata ai messaggi. In quella grande conoscenza di don Roberto io intravedevo due cose: la non esibizione e la normalità, la quotidianità. Il suo sapere non era esibito, ne conosceva il limite e viveva di quel limite, lo viveva come una normalità di vita, una quotidianità serena. Ma c’era di più, non mostrava mai la pretesa di dichiarare che quelle sue conoscenze erano la verità della vita, c’erano, erano presenti nel suo cuore e nella sua mente e le usava con discrezione e umiltà. In tutti quei messaggi di oggi io ho visto invece la pretesa di dire che quella cosa che so è un bel pezzo della verità. Sicuramente non è fatta per essere esibita. fatto in questo modo è lì a dichiarare che in me viene a mancare il senso della discrezione, del limite, dell’umiltà. Il mio sapere non mi fa essere umile, ma maestro.  Questa cosa emerge anche dall’insistenza dei tanti messaggi, più ancora dal dichiararsi magister. La differenza tra magister e ministro è fondamentale: il magister è colui che insegna dalla cattedra. Il ministro è colui che  serve, colui che si abbassa. Anche nei messaggi e nel modo con cui ne facciamo uso capiamo se uno è magister o ministro. Don Roberto era ministro, servitore, con un grande sapere. Nei tanti messaggi di oggi ho visto tanti magister. E allora ad un certo punto ho chiuso con la chat, riprenderò domani.

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