Leggo dal vocabolario il significato della parola ineluttabile: qualcosa contro cui non si può lottare, imposto da una tragica e fatale necessità; inesorabile, inevitabile: un destino ineluttabile. Perché uso questa parola? Perché mentre guardavamo le api un amico mi dice: è ineluttabile. Cosa era successo? C’erano delle api morte e quindi si discuteva del perché di quel fatto. Alla fine: è ineluttabile. Degli amici vengono a trovarci ci danno suggerimenti, il più semplice di tutti e il più efficace: ci vorrebbe un finanziamento per assumere persone che fanno tutto il lavoro necessario. Mi piace l’idea, ma è ineluttabile che noi rimaniamo più casa che lavoro, più poesia che risolutezza perché siamo fatti così. È inesorabile e non si può davvero cambiare niente? Mi pongo alcune domande: è ineluttabile quello che oggi viene chiamato l’ebollizione globale? È ineluttabile che con le scelte che si stanno facendo oggi domani, avremo più poveri? è ineluttabile che se dicono che l’economia va bene in realtà dietro i dati positivi c’è l’aumento di lavoro precario e povero, di lavoretti? E per finire è ineluttabile dire alle persone povere che se sono in questa condizione se sono poveri, la colpa è dei poveri che non si sanno organizzare e quindi si arrangino? Io credo che non è ineluttabile, che si può cambiare qualcosa. Dobbiamo però comprendere una cosa, dobbiamo metterci in testa una cosa sola: questa crisi è solo frutto della crisi del capitalismo e di un modello di vita che va cambiato. E non abbiamo molto tempo. Cambiare il capitalismo per entrare nel mondo delle cose che val la bene di reimparare e da rimettere al centro, come quello di fare comunità e di rimettere in circolo tutto: idee, soldi, cultura, religioni, politica e socialità. Allora forse non sarà ineluttabile, allora forse avremo una speranza. non voglio illudermi di un capitalismo che cambia volto e prende una nuova forma, erchè non lo farà mai, voglio credere che ci saranno uomini e donne che proveranno a cambiare le cose partendo dalle piccole cose quotidiane e dalle relazioni strette che fanno comunità.