gusto

di | 4 Luglio 2020

Quando provo il cibo che cucino (ovviamente da vero dilettante) il più forte gusto che sento sono le scottature alla lingua. Non sono un grande osservatore dei gusti. In genere mangio e non sto molto a guardare ai vari sapori che provo. Non so se è un bene o un male. Mangio e mi piace mangiare. Magari dovrei organizzare meglio i miei pasti, questo sì, ma quello del gusto non è mai stato il mio problema principale. Forse uno dei sapori che meglio distinguo è quello del caffè. Capisco se è buono o meno buono, se è bruciato o no. Forse perché lo bevo amaro e questo aiuta a distinguere il sapore. Per il resto niente di che. Sto un po’ più attento ai gusti quando faccio da mangiare, ma qui siccome mi piace fare delle prove con quello che gira per casa, alla fine i sapori si mescolano, oppure uno prevale troppo. Ma non è di questo che voglio parlare. Andando oltre scopro che il gusto è anche una cosa che trovo buona, oppure di buon grado, gustosa, saporita. E qui non parlo solo di cibo, ma anche di cose legate alla vita, alle persone: quella persona è gustosa, quella pianta da frutti gustosi e saporiti. Ancora, posso legare il gusto a ciò che mi fa contento, nella vita tutto ciò che ha un buon sapore dona gioia: un amico, un lavoro, un fatto se è buono mi rende contento. Invece tutto quanto ha il gusto dell’amaro mi rende triste. Quella faccenda che mi è successa mi ha lasciato l’amaro in bocca. Il gusto lo si può legare alla vita e alla sua bellezza oppure alla sua brutalità. Dolcezza della vita, amarezza della vita.  Vado oltre e scopro che esiste il gusto del vivere. E per vivere bene occorre soprattutto la sapienza che è sì un saper essere, un saper operare ma anche, secondo il significato del latino sapere, un avere gusto. Sapienza è avere il gusto del bello, del vero e del bene, è avere il gusto per dire sì alla vita, è l’arte del saper vivere un rapporto sano con tutte le cose e le persone. Il dramma odierno in occidente, ma non solo, è che si insegna molto attraverso la scienza e la tecnica ma manca la trasmissione della sapienza o saggezza del vivere, manca l’insegnamento del gusto, del sapore, della sapienza del vivere. Quando parliamo del dono dello Spirito Santo della sapienza ai nostri ragazzi, non basterebbe dire che la sapienza è il gusto di vivere una vita bella? La sapienza nasce dalla ricerca di senso, una ricerca mai finita, un traguardo mai raggiunto pienamente, ma una ricerca che si nutre di fiducia nella vita e negli altri, di visione e immaginazione creativa che sa spingersi oltre ogni orizzonte. Mio nonno, mio papà, mia mamma non avevano fatto le scuole alte, ma avevano il gusto della vita, e mi hanno insegnato il sapore, la sapienza della vita. Loro sono stati bravi maestri, io un discepolo disperato. Sapore, sapiente rimanda ad un discernere, all’arte di saper scegliere bene nella vita. E così mentre la cultura funziona per addizione, cioè accumulo di informazione, la sapienza funziona per sottrazione, eliminare il superfluo per tenere l’essenza del gusto della vita. Quando la chiesa italiana inventò il progetto culturale per l’Italia negli anni 90, forse avrebbe fatto meglio  a chiamarlo progetto sapienziale, ponendo come obbiettivo non l’aggiungere strutture segno, (le chiamavano così  le varie struttura educative, sportive, scolastiche, missionarie che nascevano in quegli anni e che oggi facciamo fatica a gestire), ma sottraendo strutture per lasciare il gusto della vita e l’incontro con tutto l’umano possibile. Oggi abbiamo strutture, ma a volte mancano frequentatori di strutture. Albert Einstein arrivò a dire che per essere sapienti non basta la ricerca scientifica, serve una fiducia profonda, occorre saper assumere ogni giorno le proprie responsabilità di fronte agli altri, essere capaci di esercitare la libertà, senza mendicarla o attendere che ci sia elargita. Credo che questo oggi è il vero gusto della vita.

4 pensieri su “gusto

  1. sr rita

    Il gusto di vivere è la cosa che più amo. Relazioni, sguardi, incontri, avvenimenti, sogni, progetti, pane, acqua, aria….bellezza da gustare e trasformare in vita gustosa. Dentro la concretezza dei giorni. Prego perché tutti possiamo sperimentare questo gusto, che rende inutili altri gusti distruttivi.

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  2. Anonimo

    Bello questo gusto della vita. C’entra anche con la relazione, la voglia di gustare una persona e venire a Rosciano è gustare la tua compagnia ed è bello.

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  3. sr Alida

    Mi piace il gusto della vita in tutte le sue espressioni ,vere ,profonde,concrete …Spero che tutti camminiamo verso questo , come dono divino ,per ciò che è essenziale unico bello ,come lo è il Padre ,il
    Figlio e lo Spirito Santo ….

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  4. Miriam

    Chi sa gustare il cibo sa gustare la vita…forse più terrena che spirituale… il gusto della vita sta nel rispettare gli elementi fondamentali: relazioni tra le persone … gli ingredienti genuini, le esperienze vissute… l’impasto, il tempo di frequentazione…la cottura, la preghiera…ovvero il servizio curato in tavola… accoglienza.

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