giovedì 8 aprile

di | 7 Aprile 2021

giovedì dell’ottava di Pasqua Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

Commento

Queste apparizioni del Signore risorto sono un continuo mescolarsi di atteggiamenti e di sentimenti. Incredulità, pace, gioia, fede. E poi c’è il perdono, l’annuncio, la testimonianza. tutto si mescola. Perché la vita si mescola con la scrittura sacra e da questo rimescolarsi nascono cose e vite nuove. perché l’esperienza diretta precede la conoscenza e ne pone le condizioni: la notizia della resurrezione si impone in tutta la sua rilevanza non tanto per la sollecitazione intellettuale che può porre, ma nel fatto che i discepoli – innanzitutto loro! – incontrano Gesù risorto e gli parlano, lo vedono mangiare, lo possono toccare e sentire vicino. Dunque il nostro essere Chiesa, il nostro convenire nel nome del Signore è già uno sperimentare concreto la presenza del Risorto, che ci conforta e ci svela la nostra identità di redenti. Viviamo la nostra realtà di Chiesa e sperimentiamo Cristo quando ci riuniamo insieme animati da uno slancio sincero del cuore, che si interroga sul senso vero della vita e non si accontenta del “sentito dire”. Qualcuno, che ha compiuto prima di noi l’esperienza di Emmaus, ci chiama e ci rende partecipi della gioia: entriamo in questo scambio inesauribile di doni, dove parola si somma a parola e col contributo di tanti testimoni.

Preghiamo

Preghiamo per Carla

2 pensieri su “giovedì 8 aprile

  1. Elena

    La fede è un impasto di cose. Ma ogni fede imbeve i nostri giorni e i nostri vissuti concretamente, altrimenti sono solo idee e parole. Davvero le vicende umane e quelle divine si mescolano e si muovono in un divenire sempre nuovo. Se leggo le storie di uomini di Dio, ne leggo la trasformazione attraverso le esperienze, attraverso il tempo e lo spazio della loro relazione con Dio. Ma se guardo anche solo la mia vita, vi leggo lo stesso movimento, trasformazioni di una creatura che costruisce la fede con fatica, ma attraverso la vita. Fare esperienza del Signore, è toccarlo, vederlo, sentirlo, respirarlo, mangiare alla Sua tavola, in ogni cosa. È riconoscerlo ed accoglierlo nelle forme in cui si manifesta, spesso, quando meno ce lo aspettiamo. Perché nil Signore riesce sempre a sorprenderci e a sconvolgere le nostre fissità affinché diventiamo persone nuove e reinventiamo la nostra fede …..
    Prego per Carla e per le intenzioni di ciascuno.

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  2. sr Alida

    Aiutaci Signore nel farci sperimentare la vita nuova in Te, che vieni e dai senso vero alla nostra vita… Ti prego per
    Carla, Monica, Renata, Francesca e le persone che si raccomandano alle nostre preghiere

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